I sindacati bocciano la manovra della Provincia: «Solo briciole ai lavoratori»
Cgil e Uil durissime: «Assenza di misure a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati. Il tutto a fronte di un incremento delle entrate da 4,2 a 4,5 miliardi di euro». E la Cisl: «sbilanciamento a favore degli imprenditori»
IL DOCUMENTO Opere pubbliche per 450 milioni
TRENTO. E’ stata presentata ieri alle parti sociali la «Legge di stabilità». Ma la giunta Fugatti ha lasciato Cgil e Uil delusi dalla manovra. «L’innalzamento dell’esenzione Irpef è uno specchietto per le allodole. Nulla su casa e rafforzamento delle retribuzioni. E intanto le entrate della Pat crescono». In attesa di visionare i testi, il giudizio sulla presentazione della legge di stabilità predisposta dalla Giunta provinciale è negativo deludendo le aspettative di Cgil e Uil del Trentino.
«Cgil e Uil non hanno potuto non constatare l’assenza di misure a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati. Il tutto a fronte di un incremento delle entrate proprie della Provincia, che passano da 4,2 a 4,5 miliardi di euro. Da qui il giudizio non positivo».
«Quanto è stato annunciato rischia di rivelarsi niente di più che uno specchietto per le allodole – commentano a caldo i tre segretari provinciali Andrea Grosselli e Walter Alotti -. Le detrazioni Irpef per figli a carico avverranno a saldo zero e le risorse saranno recuperate dall’addizionale che verrà fatta pagare a quanti hanno un reddito superiore di 27 mila e non hanno figli. Si toglie ad alcuni per dare ad altri e ci rimette sempre il ceto medio».
Per le famiglie e i lavoratori – affermano Cgil e Uil – non ci sono nemmeno risposte sul fronte della casa. La Giunta non prevede nessuna misura sull’Imis per incentivare l’immissione sul mercato delle case sfitte né si introducono, come fa Bolzano, vincoli selettivi per gli incentivi alle imprese legati alla contrattazione di secondo livello. «Di fatto abbiamo dovuto constatare con amarezza che il tavolo sui salari è chiuso in un nulla di fatto, dal momento che viene spacciata come misura per le retribuzioni l’intesa per la riforma della legge 6. I due piani però sono diversi».
Delusione anche sul fronte delle famiglie. Gli stanziamenti per l’assegno unico non variano, se non per poche briciole destinate ai pensionati. «In buona sostanza ancora una volta si tenta di spostare risorse da una voce all’altra ma non se ne stanziano di nuove al fine di sostenere le politiche per le famiglie».
Unica eccezione la proposta per equiparare il congedo parentale del privato a quello del comparto pubblico. «Una misura positiva ma minima, visto che ciò che avrebbe fatto la differenza è l’equiparazione anche della malattia bambino nei primi tre anni del figlio. A fronte dei costi previsti questa voce è stata stralciata e la montagna rischia di partorire un topolino».
A lasciare perplessi è anche la scelta sulla sanità. «Stanziare le stesse risorse dello scorso anno non è garanzia di risposta alle emergenze che abbiamo di fronte».
Le due confederazioni, comunque, intendono portare avanti il confronto fino all’ultimo momento disponibile. «Per noi questa è una manovra “strabica” e sbilanciata a favore delle imprese. Le risorse però ci sono. Crediamo, allora, che a fronte di una precisa volontà politica si possa migliorare. Ci aspettiamo che le affermazioni che continuiamo a leggere su emergenza abitativa, bassi salari, riduzione del potere d’acquisto ed elevato costo della vita in Trentino diventino un impegno concreto nel confronto in Aula per rendere più equa questa manovra», sottolineano i due segretari annunciando che Cgil e Uil presenteranno le loro osservazioni e auspicano un confronto aperto e propositivo non appena il disegno di legge comincerà l’iter in consiglio provinciale.
Diversa la posizione della Cisl del Trentino: «Il primo giudizio è timidamente positivo soprattutto in considerazione degli stanziamenti necessari al rinnovo del contratto 2025-2027 dei dipendenti pubblici, per le risorse destinate alla previdenza complementare e per le risorse aggiuntive destinate alla sanità. Ovviamente verificheremo con attenzione l’esatta consistenza e la corretta destinazione appena avremmo a disposizione i testi.
Apprezziamo l’estensione delle tutele del congedo parentale per i lavoratori privati a quelle previste per il comparto pubblico. Molte perplessità rispetto la proposta di abbassare l’esenzione dell’addizionale regionale IRPEF a 27mila euro per chi non ha figli. Su questo tema lavoreremo per ripristinare il tetto dei 30mila euro per tutti e, se possibile, innalzarlo per chi ha figli.
Bene – analizza la Cisl – l’intesa raggiunta sulla riforma della legge 6 ma ci aspettiamo una convocazione del tavolo salari per continuare a lavorare, anche con le associazioni datoriali, al fine di trovare nuove soluzioni per affrontare il problema della bassa produttività e dei bassi salari in Trentino. Purtroppo, ma non è una novità, lo abbiamo visto anche in manovre presentate dai precedenti esecutivi, la legge di stabilità ci sembra più rivolta al mondo imprenditoriale che ai cittadini. Siamo convinti e ci impegneremo, durante tutto il percorso consigliare, per presentare proposte migliorative al fine di renderla maggiormente equilibrata e volta ad aumentare l’attrattività e la coesione sociale del nostro Territorio».