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Sanità, costi alle stelle e i ticket non bastano: «Sarà una battaglia»

Un euro sulle ricette, incasso di 3,4 milioni. Borgonovo Re: «Ridurre i costi inutili, ma la spesa continuerà a crescere»


di Chiara Bert


TRENTO. «Una lotta continua» la definisce senza mezzi termini l’assessora alla salute Donata Borgonovo Re, da ieri di nuovo nel mirino dopo l’annuncio della partenza a giugno dei nuovi ticket sanitari: 3 euro (per tutti) su ogni prestazione specialistica (visite o esami) e 1 euro su ogni ricetta farmaceutica.

La lotta continua è - e sarà - quella per far quadrare i conti della sanità pubblica. Perché se è vero - spiega l’assessora - «che si continuerà a lavorare per risparmiare e ridurre una serie di costi inutili», è altrettanto vero che «la logica della spesa sanitaria è ineluttabilmente incrementale». E cita solo un esempio: i 5 milioni recentemente stanziati per i nuovi farmaci per 120 pazienti malati di epatite C, medicine di nuova generazione che consentiranno di evitare i ben più costosi (in termini economici e sociali) trapianti di fegato, ma che impattano sul bilancio della sanità trentina. Un bilancio che vale 1,1 miliardi di euro. Possibile che su una cifra così alta - si chiedono molti dei detrattori dei ticket - non sia possibile recuperare in altro modo la manciata di milioni che entreranno in cassa dal contributo chiesto ai cittadini, senza distinzioni di reddito?

Borgonovo Re risponde di no, che nella battaglia per far quadrare i conti ormai sono importanti «anche le migliaia di euro». E allora guardiamoli, questi conti. Dai ticket sulle prestazioni specialistiche la Provincia prevede di incassare circa 2 milioni all’anno, che per quest’anno - entrando i ticket in vigore da giugno - si ridurranno a poco più di un milione. Sarà comunque meno dei 2,5 milioni previsti dalla prima ipotesi che prevedeva un ticket di 10 euro per i redditi sopra i 30 mila euro (la Provincia ha ridotto il contributo rinunciato a introdurre l’Icef, considerato troppo complesso e costoso, in attesa che lo Stato applichi l’Isee).

Più alto sarà l’introito dai ticket sui farmaci: 1 euro a ricetta prescritta dal medico (e non sulla confezione di farmaco), ma un euro per tutti senza differenziazioni di reddito come hanno fatto invece altre regioni. In cassa entreranno circa 3,4 milioni all’anno (circa la metà nel 2015) perché - spiega l’assessora - su 4.550.778 ricette (dato 2014), quelle non esentate sono state 3.435.182. Circa 1,1 milioni sono quelle che non sono state pagate perché riguardano invalidi, malati cronici, soggetti sottoposti a terapia del dolore o comunque esentati. Cifre esattamente ribaltate rispetto a quelle che la giunta aveva fornito a novembre in fase di costruzione della manovra finanziaria.

Sommando le due voci, ticket sulle specialistiche e sui farmaci, il totale a regime fa quasi 5,5 milioni. Basteranno a garantire un equilibrio dei conti? Assolutamente no. Dal tavolo di concertazione con la dirigenza medica sulla razionalizzazione della spesa (vedi box a fianco) «la Provincia conta di recuperare altri 4-5 milioni», ricorda Borgonovo Re. Sul come non ci sono certezze, a parte che non verranno toccati gli stipendi dei medici come la giunta Rossi aveva proposto. E comunque i risparmi non potranno essere messi a bilancio prima del 2016. Per questo la giunta è corsa ai ripari, stanziando altri 14,9 milioni nell’assestamento che andrà in aula a maggio. Una boccata d’ossigeno per l’Azienda sanitaria. Ma la lotta sui conti continua, e non è detto che i ticket non aumenteranno.

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