povertà

San Martino, i disperati occupano l’ex asilo

Panni stesi spuntano dalle uniche finestre non murate. I baristi: «C’è un via vai continuo da lì al parcheggio dell’auto-silo. La sera è il momento dello spaccio»



TRENTO. Il popolo degli invisibili ha preso possesso dell'ex asilo di San Martino in via Manzoni. A non essere murate sono solo le finestre dell'ultimo piano ed è da lì che sul davanzale compaiono dei vestiti ad asciugare. Povere cose, ma che testimoniano la presenza di persone. Si tratta del lato posteriore del fabbricato, quello che dà sul retro del “silos parcheggio” e ci si potrebbe anche accedere da una sorta di buco che taglia l'incolta e folta siepe che percorre tutto quel vicoletto che inizia dall'uscita posteriore del parcheggio e che finisce dietro alla zona lavaggio del distributore di benzina. L'accesso è libero e da lì oltre che nel cortile dell'ex asilo, si può accedere direttamente all'interno del parcheggio.

Lo abbiamo fatto perché quella è la strada che ci è stata segnalata dai commercianti della zona, come quella percorsa dai tossicodipendenti per raggiungere il quarto piano, quello meno frequentato di tutto il silos. Il commercio è serale con gli spacciatori che sfruttano sia il vicoletto che il retro dell'asilo per il loro commercio illegale. Dopo aver acquistato la droga chi vuole sale a piedi: fino al quarto piano si diceva, perché è quello meno frequentato, riservato ai dipendenti di molti uffici.

Ed è anche per questo, che le serate più frequentate sono quelle del week end. E' domenica mattina, ma il parcheggio è assolutamente privo di sorveglianza, per provare apriamo una porta antipanico: l'allarme suona a lungo, ma non interviene nessuno. Prendiamo l'ascensore per salire al quinto piano: nessuna copertura ed una sola macchina parcheggiata. Potrebbe davvero succedere qualsiasi cosa, che nessuno se ne accorgerebbe. Se di sicurezza vogliamo parlare, il problema è stato drasticamente risolto nel parcheggio di fronte all'ex Bruno: domenica chiuso, come tutti gli accessi laterali. Situazione similare anche alla Finestra sull'Adige, solo che è percorribile la prima parte della discesa, se qualcuno sbaglia ha lo spazio per girarsi, ma la presenza dei contenitori di profilattici, fa pensare anche a qualche altro diverso utilizzo. Ci spostiamo in piazza Fiera e qui obiettivamente si entra nel salotto della città, in fatto di parcheggi. Ogni piano ha un pavimento luccicante, diversamente colorato. Sarà per via della posizione centrale, ma la presenza di macchine è numerosa ed anche se non c'è sorveglianza, l'ambiente dà sicurezza. C'è tutto quello che manca negli altri impianti: l'illuminazione non al risparmio, le pareti fresche di pittura ed i cartelloni pubblicitari, tutti fattori che rendono l'ambiente molto più rassicurante. Certo tanto dipende dalla frequentazione e se in un parcheggio entrano poche macchine, anche tutto il contesto ne risente. “Il problema non è tanto la struttura che di per se stessa è chiusa e con poco movimento – osserva una barista di via Manzoni che assiste impotente ai traffici notturni – se si è aperti 24 ore su 24, questo è il rischio. Ho chiesto ma mi hanno detto che non ci sono risorse sufficienti per la sorveglianza. Ci vorrebbe qualche pattuglia in più, ma la zona critica bisognerebbe sorvegliarla a piedi e … ci siamo capiti.”

(d.p.)













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