San Martino fa festa e si riprende gli spazi «Il rione risorgerà» 

Nonostante le chiusure dei negozi, non c’è rassegnazione Ieri i tour artistici: «Usciamo di casa e vinciamo la paura» 



TRENTO. Non essendoci più la festività che caratterizzava la ricorrenza del soldato che tagliò il mantello per donarlo al povero, il rione che porta il nome di San Martino ha ricordato l’evento con una festa artistica di quartiere. Un quartiere che, a detta di chi vi abita, «può far tristezza vedere così». Le scritte “vendesi”, “affittasi”, i tappeti di foglie secche sono il leit motiv di questa parte di città, dove porzioni di via, da largo Nazario Sauro alla chiesa ed oltre, mostrano le occhiaie vuote dei negozi. Ieri la festa è iniziata al circolo ricreativo S. Martino, nel cortile delle case Itea; dalle 16 nella sede dell’Area, in Largo Nazario Sauro, è iniziata la piccola processione di chi ha portato il proprio dolce per partecipare alla gara, conclusasi con le premiazioni.

Ma poi è stato assalto, non alla diligenza ma all’Area, con diligenza, grazie ai genitori, alle educatrici, coordinate da Anna Maria Betta, che ha dato il via al laboratorio artistico della pizza, un evento che ha dimostrato quanto grande sia la voglia di “esserci”. «Solo uscendo di casa – ha detto Annamaria Betta – solo unendoci, sconfiggendo la paura, potremo diventare una forza. Ecco cosa significa trovare gli spazi ri-generati. Si tratta di non sentire la crisi, di battere la depressione, di guardare sorridendo al futuro e di contagiare i giovani». «Non è vero che esistono le barriere, quelle le erigiamo noi mentalmente; agendo assieme, anche con l’altra manifestazione del Fiume che non c’è, faremo grandi cose». L’ottimismo sembra cozzare col buio ma poi l’apertura della festa con musica e balli conditi da castagne e vin brulè, al “Largo” e a San Martino Sud, da dove sono partiti i tour artistici guidati tra gli spazi ri-generati del quartiere ha detto: “si può fare”.

Spazi e luoghi ri-generati, alcuni concessi, altri vuoti, altri privati che forse si riapriranno, con un significato, fosse solo quello di avere un’occasione ed uno stimolo per stare insieme. Spazi non spazi, luoghi spesso non luoghi, per una volta guardati con occhi bene aperti, nel freddo di un’estate di San Martino in un rione forse negletto ma con tanta vitalità in corpo. Con le nuove generazioni si può riaccendere la luce e non solo perché sabato iniziano i mercatini di Natale.(c.l.)













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