San Cristoforo è sparito dal bilancio del Comune

Documento programmatico senza riferimenti allo sviluppo turistico del lago Gli imprenditori: «È stata messa la parola fine alla riqualificazione della frazione»


di Roberto Gerola


PERGINE. Non solo “cattedrali” (Villa Rosa, Artigianelli, San Patrignano) condizionano le sviluppo di Pergine. Oltre alla “ex Cederna” c’è anche e San Cristoforo: comunità e località turistica.

Come comunità è presto detto: è in situazione di degrado al quale collaborano in tanti, la stagione è alle porte e un’operazione di pulizia è quanto meno necessaria sulle aree pubbliche. Ma se tale aspetto potrebbe essere provvisorio e quindi rimediabile, quello che preoccupa maggiormente è il futuro turistico di San Cristoforo.

Nel bilancio che si andrà a ad approvare la settimana prossima, ma soprattutto nella relazione, «le considerazioni sono molto scarse e vaghe». E la mancanza di riferimenti a San Cristoforo ha mosso due imprenditori locali.

Mario Lazzeri (albergo San Cristoforo) e Sebastiano Sontacchi (Lido & C) parlano di «parola fine alla riqualificazione di San Cristoforo. La conferma viene incresciosamente dallo striminzito capitolo dedicato al turismo contenuto nella relazione: laddove un tempo erano dedicate non meno di sette pagine fitte, qui ci si è ridotti a sette capoversi di due righe e mezzo ciascuno».

In proposito si parla di «sinteticità di esposizione che non fa chiarezza, ma copre il nulla programmatico per altro rivelato dalla vacuità delle considerazioni esposte in forma di slogan da mercante da fiera: il nostro territorio è la patria dello sport, è ideale per il turista, ecc. Non solo non si citano i due poli turistici perginesi, ma non viene indicata una che sia una delle possibili proposte per incentivare il turismo locale». Viene poi sottolineato: «Non si è voluto nemmeno metter mano all’annosa questione della strada provinciale che attraversa il centro dell’abitato e provoca inquinamento, e non si è provveduto a regolarne il traffico e l’accesso ai mezzi pesanti, quando se ne prevedono lo spostamento».

Lazzeri e Sontacchi sottolineano che «San Cristoforo è dimenticata da mezzo secolo a fronte di periodici proclami». «Dove sono finiti i piani e i progetti?», si chiedono, ricordando che «due terzi degli esercizi turistici e commerciali legati al turismo sono andati persi per mancanza di futuro; ma è anche difficile pensare a imprenditori che vogliano scommettere su San Cristoforo». Citata poi la «sostanziale inattualità del concorso di idee» contenute in recenti dichiarazioni del sindaco. «Non si incoraggia così possibili investitori; si può, invero con sforzo, pensare a una larvata manifestazione della volontà del Comune di non interferire più nelle scelte dei privati, limitandosi al doveroso ruolo di regia».

«Si sta realizzando il fallimento di San Cristoforo con il suo lago, unica vera risorsa turistica di Pergine».

Ci mette lo zampino anche l’ingegner Flavio Pallaoro, da noi interpellato. «Dopo la vicenda del centro medico - dice il professionista - , è scemato ogni interesse su San Cristoforo».

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