«S.Chiara, trattamento inaccettabile»
L’accusa di un padre: a Trento ore di attesa per la neonata malata
TRENTO. Abbiamo ricevuto la lettera amareggiata di un turista di Torino, Fabrizio di Monte, che racconta quanto è accaduto alla sua figlioletta all’ospedale Santa Chiara di Trento. «Quanto successo martedì scorso, 23 gennaio 2018, e' semplicemente inaccettabile» scrive di Monte. «La nostra figlioletta di 9 mesi ha deciso di ammalarsi proprio qui, appena arrivati. Domenica 21 decidiamo di andare all'ospedale dopo che per 2 giorni un'insistente febbre non voleva saperne di scendere nonostante dosi massicce di quel che un neonato può assumere in questi casi. Decidiamo di andare a Trento anziché a Rovereto, confidando in una struttura più grande ed organizzata. Attendiamo 2 ore e passa prima di essere assistiti. "Influenza, nulla di che, continuate con la terapia in atto”. La notte seguente, lunedì e tutto martedì, i sintomi si aggravano e la febbre supera costantemente i 40 gradi nonostante la terapia. La bimba è esanime, non ricettiva, inappetente e non c'è verso di far scendere quella maledetta febbre. Telefoniamo anche al 118 dove ci consigliano di ritornare velocemente all'ospedale. Al triage registrano una temperatura di 40,2 gradi (...). Attendiamo. Non possiamo definire la gravità altrui, non spetta a noi, ma sono gli stessi pazienti in attesa a scandalizzarsi, a protestare, ad incitarci a fare qualcosa per una bimba in quello stato. Pregando più volte un'infermiera otteniamo una supposta somministrata nel bagno pubblico della sala d'attesa. Aspettiamo in questo ambiente non certo confortevole per una bimba in questo stato. Dopo due ore e mezza, all'ennesimo "manca poco", nemmeno stessimo aspettando una pizza, all'arrivo di un ennesimo codice "giallo", o presunto tale e di un disarmante "non so cosa farci" di un'infermiera non certo tale per vocazione, scappiamo in cerca di vero aiuto altrove. Per fortuna, proprio li, tra i pazienti, qualcuno ci suggerisce di andare a Rovereto. Cosi facciamo e dopo tre ore dall'ingresso a Trento la nostra piccola entra in un Pronto Soccorso degno di chiamarsi tale. Il lavoro di soccorso non è una serie Tv ed il trattamento ricevuto martedì 23 gennaio 2018 al pronto soccorso pediatrico dell'ospedale di Trento è stato qualcosa di abominevole, non accettabile, inqualificabile e qualcuno dovrà risponderne».