Sì ai sindaci-candidati Pd diviso sul ddl Borga

La maggioranza è contraria, ma Civico e Borgonovo Re si smarcano. Molti pensano a uno scambio per evitare l’ostruzionismo sul garante dei detenuti


di Chiara Bert


TRENTO. «Non si scambiano i diritti civili con le modifiche alla legge elettorale a un anno dalle elezioni», scandisce il capogruppo Upt Gianpiero Passamani. Parole non pronunciate a caso. Oggi in prima commissione arrivano infatti due disegni di legge, e la maggioranza traballa. II primo è il ddl che istituisce il garante dei detenuti (primo firmatario Mattia Civico, Pd), proposta che da anni non passa in consiglio provinciale e che in questa legislatura si è ripetutamente infranta contro l’ostruzionismo di Rodolfo Borga (Civica Trentina). L’altro è il disegno di legge di Borga per consentire ai sindaci dei Comuni fino a 10 mila abitanti (oggi il limite è 5 mila) di candidarsi alle elezioni provinciali senza doversi dimettere, una norma costruita innanzitutto per consentire al sindaco di Borgo (6945 abitanti) Fabio Dalledonne (Civica) di candidarsi nel 2018, ma della quale beneficerebbero anche sindaci di altri partiti (da Mori, Pd, a Cles e Lavis, Patt). Fuori resterebbero solo i sindaci di Trento, Rovereto, Pergine, Riva e Arco.

Da mesi in consiglio si vocifera di una trattativa tra i promotori dei due disegni di legge e le parole di Borga al Corriere del Trentino, che non dà più per scontato l’ostruzionismo, hanno confermato i sospetti di molti. La ratio della norma che obbliga i sindaci a dimettersi è quella di impedire che la carica di sindaco, mantenuta in campagna elettorale, diventi una posizione privilegiata rispetto agli altri candidati. La maggioranza è ufficialmente contraria a modificarla. «O la norma si cambia per tutti o per nessuno, e comunque non lo si fa l’anno prima delle elezioni», sostiene Passamani. Sulla stessa linea Lorenzo Ossanna, capogruppo Patt: «Non si mette mano alla legge elettorale a un anno dalle elezioni, si vede lontano un miglio che questa è una norma pensata per il 2018, e lo dico anche se ci sono nostri sindaci che sarebbero ottimi portatori di voti alle provinciali». E il Pd? Ieri il gruppo ha preso atto che le posizioni sono diverse. In commissione ci sono Civico (presidente) e Donata Borgonovo Re, propensi a sostenere il ddl di Borga (così come Walter Kaswalder, espulso dal Patt ma ancora in commissione in quota maggioranza). Il capogruppo Pd Alessio Manica dichiara: «Personalmente ritengo che i vincoli di ineleggibilità per i sindaci dei Comuni sopra i 5000 abbiano un senso, semmai andrebbero introdotti anche al contrario per i consiglieri provinciali che scelgono di candidare a sindaco. Ogni intervento sulla materia elettorale si presta a letture strumentali quando la legislatura è verso il termine. Va anche detto che nel merito le posizioni sono legittimamente diverse anche nel gruppo. Vediamo come va domani la commissione e poi ne ragioneremo per l'aula».













Scuola & Ricerca

In primo piano