«Ruby», patteggia il carabiniere
Un anno (pena sospesa) per Giorgio Baldo accusato di favoreggiamento
TRENTO. Giornata di patteggiamenti quella di ieri durante l'udienza preliminare per il caso della «Ruby trentina». Nell'udienza si sono di nuovo incrociati i due filoni, ossia quello dello sfruttamento della ragazza (all'epoca era minorenne) e lo spaccio di droga. La posizione più delicata era certamente quella di Giorgio Baldo, il carabiniere che era stato arrestato in giugno e accusato di favoreggiamento, omissione di atti d'ufficio. Difeso dall'avvocato Adolfo de Bertolini ha patteggiato un anno con l'interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo, pena sospesa. Baldo era un carabiniere dal curriculum immacolato e irreprensibile, che ha sempre goduto di grande stima tra i colleghi e i superiori. Poi sono scattate le manette.
Secondo l'accusa, infatti, avrebbe compiuto diverse omissioni. Hanno patteggiato anche Zineb Larafi e Fadwa Benghali, prostitute coinvolte nel traffico di stupefacenti legato al caso Ruby e amiche della baby prostituta. Secondo gli inquirenti, le due donne sapevano quando i loro telefoni venivano messi sotto controllo, sapevano quando e nei confronti di chi l'autorità giudiziaria emetteva provvedimenti restrittivi.
Ieri, come detto, le due ragazze hanno patteggiato (in continuazione con reati commesse nel veronese). La prima a 3 anni e tre mesi, la seconda a 2 anni e 10 mesi. Patteggiamento (a due anni e 5 mila euro di multa) anche per Mascanzoni che ha risarcito la vittima (la «Ruby) con 10 mila euro. Tutto rinviato per Ravarotto, Gottardi e Giunta: le loro posizioni saranno discusse all'inizio di giugno come quella di Paula regina Silva Pereira che sembra intenzionata ad arrivare al dibattimento. Sono stati invece 11 i patteggiamenti per il filone «Paludi 2» ossia l'inchiesta sulla droga che si era inserita su quella «Missouri» legata allo sfruttamento della prostituzione.
Le pene in questi casi vanno da un minimo di un anno e 10 mesi (per una ragazza che a titolo di risarcimento aveva versato 1.500 euro ad una onlus che si occupa di recupero di tossicodipendenti) ad un massimo di 3 anni e sei mesi. Per una parte degli imputati (che dovevano rispondere delle accuse relative allo sfruttamento della minorenne) la vicenda si era già chiusa nell'ottobre scorso, anche in quel caso attraverso dei patteggiamenti. Per tutti la pena concordata fra avvocati e pubblico ministero (si tratta di Davide Ognibene) era a 2 anni più multa. E tutti avevano preventivamente risarcito la ragazza pagando 10 mila euro a testa. A giugno i dovrebbe essere il penultimo atto prima del dibattimento, ossia la strada scelta da Silva Pereira.