Rovereto, sgomberata l'ex casa cantoniera

Era diventato il rifugio dei disperati. Allontanati otto cittadini romeni


Nicola Filippi


ROVERETO. Sgomberata, per la seconda volta in pochi mesi, l'ex casa cantoniera dell'Anas, sulla statale, nei pressi della stazione ferroviaria. Ieri mattina, i vigili urbani e i fabbri dell'Itea (proprietaria dell'immobile), sono entrati in azione. All'interno, otto persone, tutte provenienti dalla Romania. Cinque uomini e tre donne (fra cui una incinta).

Verso le nove, gli agenti del comandante Marco D'Arcangelo hanno aperto il grande cancello della struttura a fianco del cavalcavia di via Manzoni. All'interno, la squadra degli agenti municipali ha trovato cinque uomini, alcuni addormentati, altri impegnati a fare colazione. I quali hanno avuto il tempo di avvisare, con i loro telefoni cellulari, le loro tre compagne. Tutti e otto i componenti della piccola famiglia - come ricostruito dai documenti d'identità - provengono dalla Romania. Sul territorio italiano sono però senza fissa dimora. Persone abituate a girare la penisola cercando rifugio nelle strutture abbandonante e a mendicare lungo le strade cittadine. «Era la prima volta che venivano segnalati a Rovereto», spiega il comandante D'Arcangelo, «anche se una delle ragazze, quella in evidente stato di gravidanza, era stata controllata davanti all'ingresso dell'ospedale cittadino». La piccola famigliola, dopo tutti gli accertamenti di legge, ha raccolto le proprie masserizie dentro grandi sacchi neri e valige di fortuna, quindi si è diretta alla stazione dei treni, per raggiungere il capoluogo.

Gli operai dell'Itea si sono dovuti munire di mascherina e robusti guanti di lattice per muoversi all'interno dell'ex casa cantoniera. L'odore marcescente e umano era stomacante stando anche nell'ampio giardino esterno. L'ultimo sgombero risaliva a settembre. L'ex casa cantoniera era stata svuotata di ogni oggetto, dai mobili, ai materassi, alle sedie. Ebbene, ieri mattina, i due piani della casa erano "ri-arredati". Un divano, materassi, due televisori e un impianto stereo, collegati alle batterie delle auto, fornelli a gas, tavolini di legno, coperte di lana e sintetiche, un casco da moto nero, scarpe, ancora reti per materassi. Attorno a questa varietà di oggetti, bottiglie di birra e di vino pieno, confezioni di limoni e di pomodori, bottiglie di salsa di pomodoro, alcune piene altre già usate. Poi numerose padelle di ferro, con i resti della cena serale incrostata: fagioli e pomodoro. In una stanzetta più piccola, i vigili hanno trovato anche un passeggino. «Non ci risulta che vivessero con bambini piccoli», conferma il comandante dei vigili urbani, D'Arcangelo. Era da qualche giorno che i vigili urbani stavano tenendo sotto controllo i movimenti della piccola famiglia.

Gli operai dell'Itea, terminato il secondo sgombero dell'edificio, hanno sbarrato con assi di legno tutte le finestre e le porte. "Liberate" anche le due pertinenze dell'ex casa cantoniera (il deposito in lamiera degli spalaneve e il ricovero in legno per gli attrezzi) utilizzate invece come gabinetto e come piccola discarica di rifiuti umidi.













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