Rovereto: «Per un disabile il Corso resta tabù»

Giliola Manica mostra sul campo come l'eliminazione delle barriere sia solo «di facciata»


Michele Stinghen


ROVERETO. Corso Rosmini oasi privilegiata per i disabili, secondo i primi risultati della ricerca della cooperativa Handycrea: è proprio vero? Ha qualche dubbio in merito Giliola Manica, che disabile lo è davvero e percorre questa via quasi tutti i giorni. «Non è tutto oro ciò che luccica», fa Manica commentando i primi rilevamenti fatti dalla cooperativa Handicrea per una guida sull'accessibilità ai disabili di Rovereto e Trento.  Giliola Manica non è d'accordo, e ci accompagna in un "viaggio" sul Corso in carrozzella, in carrozzella. Si comincia dalla centrale piazza della Posta, che di fronte ha due comodi parcheggi riservati ai disabili. Poco prima dell'arrivo di Giliola sono ancora occupati, ma una delle due auto (una lussuosa berlina nera) non appartiene a disabili nè reca il bollino apposito sul cruscotto. Il proprietario la lascia in sosta per un quarto d'ora mentre fa delle commissioni alla Posta, costringendo l'altra auto a faticose manovre per imbarcare un'anziana signora. Arriva poi l'auto di Giliola, che per fortuna trova lo spazio libero per scaricare la carrozzella. Ma qui la pavimentazione in bolognini lascia a desiderare, con parecchie buche e tratti sconnessi, non il massimo per chi è seduto su due ruote. Del resto, non ci sono alternative alla macchina: le pensiline degli autobus sul corso sono ideali per un disabile, ma appena usciamo dal centro le fermate "accessibili" scarseggiano. «Il personale conducente inoltre non è autorizzato o competente per aiutare un disabile, è anche successo che non avessero nemmeno le chiavi per azionare la rampa. Uno si deve arrangiare e se manca la pensilina a norma deve rimanere sul tram». Le corriere di linea invece sono del tutto off-limits, avendo le scale all'entrata.  Una volta sul corso, proviamo a fare degli acquisti nella nuova para-farmacia. Impossibile: uno scalino sbarra l'ingresso alle carrozzelle. Proviamo a prendere un caffé al bar vicino, ma il plateatico all'esterno oppone una rampa ripida e stretta, praticamente uno scalino. Scalini che si trovano anche in libreria, alle gelaterie e nella maggioranza degli esercizi commerciali del Corso. «Ancora peggio va se devo andare in bagno, è un disastro, in almeno la metà ci sono barriere o ostacoli». L'Apt, che pure ha un piccolo scalino, avrebbe un ingresso sul retro, ma troviamo la galleria chiusa: «E poi manca un'indicazione chiara dell'accesso alternativo all'ingresso principale», fa Manica. Che conclude: «Non è vero che il Corso è "promosso", c'è molto da fare, qui ed in altre parti di Rovereto. Per risolvere questi ed altri problemi sto lavorando anche con l'assessore Gerola, c'è molto da fare per fare di Rovereto davvero una città a misura di disabile».

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