Rovereto: Pasina, dal ricorso al tribunale

Bonora vuole dimostrare che la puzza non proviene dalla sua ditta


Giuliano Lott


ROVERETO. Luciano Bonora, titolare della ditta Pasina, è convinto al pari dei suoi legali di poter dimostrare che non è la sua azienda la responsabile per gli odori mefitici diffusi nell'area urbana. Per questo ha impugnato il decreto penale di condanna affibbiatogli dalla Procura. Ieri prima udienza pubblica, in calendario già tre sedute a partire dal 15 aprile. E così ieri mattina nell'aula dibattimentale del tribunale si è assistito alle prime schermaglie tra la Procura, rappresentata dal procuratore capo Rodrigo Merlo, e la difesa di Bonora.  La posizione dell'accusa è nota: gli odori provenivano dall'impianto di compostaggio ed erano provocati da una cattiva gestione del compost, messo a maturare in zone aperte.  Gli impianti della Pasina, dopo anni di segnalazioni e lamentele per la puzza che aveva origine nella zona del Navicello - dove peraltro c'è anche il depuratore - erano stati sigillati su ordine della Procura in ottobre. Allora la gestione dell'azienda venne affidata a un gestore di garanzia, il commercialista Lelio Bolrini, che sottopose il processo di lavorazione dei rifiuti a una revisione generale, imponendo tra l'altro che la fase di macerazione - durante la quale il rifiuto organico, triturato e mescolato con segatura, emette gas maleodoranti - venisse eseguita in ambiente chiuso. Una volta rivoluzionato il ciclo del compost, l'azienda venne riconsegnata al titolare e dissequestrata. A Bonora venne notificato un decreto penale di 4250 euro quale sanzione per l'articolo 674 del codice penale (deposito di materiali pericolosi, qui nell'accezione che riguarda il fastidio dovuto agli odori che nuocciono alla vita normale del vicinato e, per sesteso, dei cittadini) e cinque violazioni dei regolamenti sul trattamento dei rifiuti. Una cifra più che modesta, per una ditta delle dimensioni della Pasina. Ma Bonora ha ordinato ai propri legali di andare in fondo, perchè è convinto di poter dimostrare la propria estraneità agli addebiti della Procura. La sua convinzione è che le puzze non provengano dal compost stoccato sul piazzale esterno della ditta, ma abbiano altre origini. Ieri mattina davanti al giudice Corrado Pascucci si è svolta l'udienza filtro, durante la quale sono state calendarizzate le tre prossime udienze: le date sono il 15 aprile e il 20 e il 27 maggio. E' dunque verosimile che prima l'estate si arrivi a sentenza.

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