Rovereto, niente gettone ai sardi alluvionati
Bocciata la proposta di D’Antuono. Chiedeva anche di investire in sicurezza
ROVERETO. Ciro D’Antuono e Francesco Cimmino ce l’hanno messa tutta, ma senza riuscire a muovere di una virgola gli equilibri di forza del consiglio comunale. Che dopo quasi due ore di discussione che per lunghi tratti potrebbe essere venduta come spot per l’antipolitica dilagante, ha bocciato la mozione su dissesto ambientale e sostegno a Sardegna e Filippine con soli 9 sì (quasi tutte le opposizioni), 15 no e 11 astensioni.
La mozione originaria proponeva di devolvere agli alluvionati della Sardegna il gettone di presenza della serata e di devolvere l’equivalente di un altro gettone (per la precisione, un quarto di ognuno dei prossimi quattro gettoni) a progetti nelle Filippine. Ma dicendo che i consiglieri hanno votato a difesa dei loro 200 euro a testa si potrebbe essere tacciati di pensare male. Perché in realtà a quei gettoni tutto l’amplissimo dibattito non ha nemmeno fatto cenno.
Il punto è che D’Antuono e Cimmino chiedevano, assieme alle iniziative di solidarietà, anche di chiedere alla Provincia un investimento importante e al di fuori del patto di stabilità sul territorio. In progetti di consolidamento e tutela dai rischi idrogeoligici. Lo loro posizione è che a dispetto della convinzione comune che qui in Trentino vada tutto benissimo, in realtà delle criticità ci siano. E che quindi sia molto meglio investire oggi in prevenzione piuttosto che rischiare di trovarsi a dover fronteggiare (e pagare) emergenze domani. Tantopiù sapendo che in futuro le risorse saranno sempre più limitate. E’ su questa lettura della situazione del nostro territorio che si è acceso il fuoco di sbarramento di gran parte del consiglio. Secondo la stragrande maggioranza dei consiglieri, il nostro territorio è curato e difeso quanto basta, così come efficiente e invidiata è la nostra protezione civile. Insomma, di investimenti straordinari non c’è bisogno. Per questo il no alla mozione. No che a quel punto è significato anche negare i due gettoni di presenza (uno intero, e uno a rate) alla Sardegna e alle Filippine.
Quanto al dibattito, ha offerto un campionario stupendo. Con chicche come la rivelazione che Napoli non ha un piano di evacuazione in caso di eruzione del Vesuvio. Che con il rischio di frane in Vallarsa o a Pinè o con la regimentazione del Leno o del Sarca, o la manutenzione delle dighe e degli alvei dei torrenti, non ha moltissimo da spartire.(l.m)