Rovereto: «Nel 2020 il collegamento veloce»

Pacher conferma: il tunnel si farà. Ma i tempi non sono incoraggianti


Luca Marsilli


RIVA. Il tunnel per la Vallagarina? «Un'opera indispensabile e che si fa. E' al primo posto nell'agenda delle opere provinciali: entro il 2020 potrebbe essere realizzato, ma entro fine mandato porteremo questo intervento oltre il punto di non ritorno». Incalzato, Alberto Pacher chiude il discorso così. Promettendo che nei prossimi anni finanziamenti e progettazione saranno avviati, in modo da mettere al sicuro il nuovo collegamento con la Vallagarina. Chiunque dovesse governare nel dopo Dellai. La conferma - che per la verità non è stata accolta con grandi applausi: rinviare al 2020 ricorda un po' il "quando sarai grande" che si risponde al ragazzino che insiste troppo - è arrivata al convegno «Lago di Garda tra turismo e mobilità». Voluto come elemento qualificante della giornata di apertura di Exporivagrandprix. Tra relatori e sala, c'erano gli amministratori di provincia, comunità del Garda e gran parte dei comuni gardesani. A ribadire il concetto che essere collegati con il mondo è indispensabile. E diventa addirittura un fattore di uguaglianza: un ragazzo che abita a Trento - ha detto Pacher - si trova a 2 ore da Londra; uno di una valle mal collegata a 2 ore dalla stazione più vicina. Una differenza abissale di percezione del mondo e di opportunità. Chi vive e opera nella Busa, ha ribadito il concetto Mosaner, non ha la certezza di nulla. Tribunale, ferrovia, ospedale e molte scuole sono a Rovereto. E un rivano o un arcense non sa quanto ci metterà a raggiungerli. E' un costo sociale ed economico, una palla al piede per la comunità gardesana.  Ma ci sono due livelli di mobilità, ed anche questo è emerso con forza ieri al Palafiere. Il collegamento col mondo - ferrovia, areoporto - ma anche i collegamenti interni. Per esempio tra Arco e Riva, dove Mosaner ha rilanciato la richiesta di un collegamento tipo metropolitana. Raccolta da Pacher, che insiste sul suo «sogno» di Metroland come soluzione finale per la mobilità del Trentino.  Infine una mobilità gardesana. Il sindaco di Limone, Risatti, la vede puntata su due cardini: ciclabili e battelli. «Il Garda è una realtà unica, come lo sono le Dolomiti. Pensare che siano le gardesane il principale sistema di mobilità è assurdo. Serve la ciclabile cirumlacuale, e ancora di più una società interregionale di navigazione che gestisca una rete di collegamenti puntuali e frequenti: il modo più veloce per spostarsi attorno al lago».













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