Rovereto, il teatro Zandonai è quasi pronto
Tolte le impalcature, si lavora alle finiture e mancava solo la caldana dell’accesso alla platea. Per l’Epifania via il cantiere
ROVERETO. Alle 11 di ieri mattina l’ultima «gettata» di cemento del Teatro Zandonai: è la caldana dell’accesso dall’atrio alla platea. Un paio di metri di lunghezza e altrettanti di larghezza. A coprire la selva di tubi corrugati che garantiscono il calblaggio delle due cabine di regia, realizzate ai lati dell’ingresso. Passaggio più simbolico che concreto, ma segna la fine dei lavori in muratura veri e propri. In un teatro che ormai, tolte le impalcature, si svela in tutto il suo recuperato splendore. Mancano parte dei pavimenti (raccordi in marmo e legno dall’ingresso alla platea, la copertura in plastica della zona di camerini e strutture a servizio degli attori) e l’ascensore, che sarà montato nei prossimi giorni. Mancano gli arredi. Il bar è ancora molto indietro (ma sarà l’ultimo spazio ad essere terminato). Il resto è in fase di rapidissimo completamento. Col cantiere che dopo gli anni dedicati ai lavori più lenti e meno appariscenti (coperture, consolidamenti, posa delle reti dei servizi, restauro della parte lignea dei palchi e degli affreschi) è entrato in quella fase magica in cui si vedono gli avanzamenti nel giro di ore. E si ha la sensazione di essere finalmente ad un passo dalla consegna.
In questi giorni sono contemporaneamente all’opera una cinquantina di persone, ognuna sul proprio settore di intervento. Diventeranno sessanta nei prossimi giorni, quando arriverà la ditta che deve montare l’ascensore (garantirà l’accesso ai palchi anche ai disabili) e quella che metterà in opera i «frutti» dell’impianto elettrico: luci, lampadari, interruttori, prese. Tutto quello che si poteva recuperare è originale, ovviamente. Come la raffica di plafoniere dei palchi: tolte a inizio lavori e stipate in un magazzino comunale, sono state poi trasferite in via Zeni per il restauro e da lì stanno per tornare allo Zandonai. Ognuna al proprio posto. Qualcosa di non recuperabile sarà sostituito. Per esempio il lampadario dell’ingresso, di cui si è persa anche la memoria. Ne è stato ordinato uno a Murano, ovviamente in stile. Arriverà.
In questi giorni le squadre dei restauratori stanno ritoccando il basamento che contorna la platea e l’interno dei palchi. Mentre i pittori lavorano in tutte le aree di servizio, gli impiantisti nella centrale termica ricavata sotto la strada, tra il teatro e palazzo Istruzione. Ma tutti sono ai raccordi, alle finiture.
Ai piani alti, palchi e loggione, anche i pavimenti sono già stati interamente posati. Parquet. Da profani, stridono un po’ con l’insieme ma pare che l’irregolarità dei pavimenti non permettesse il ricorso a tavole più grandi rispetto ai listelli un po’ stile Ikea.
Sul tabellone elettronico su corso Bettini, il conto alla rovescia ieri segnava -74. Vuol dire arrivare alla consegna dell’ opera finita entyro la fine del le vacanze di Natale: il 5 gennaio.
Realistico? Per la parte edile e degli arredi - assicurano l’assessore Leone Manfredi ed il dirigente Paolo Piccinni, ieri mattina in cantiere - certamente sì. Ma non per la parte scenica: motori e strutture arriveranno dopo. Non per un problema di cantiere, ma per un problema di finanziamento dei due milioni circa necessari per acquistarli. D’altra parte anche tutti i collaudi e verifiche richiederanno qualche mese. Quindi pensare ad una inaugurazione simbolica per l’Epifania è ragionevole, ma per un utilizzo a pieno del teatro bisognerà attendere con ogni probabilità la prossima estate. Quello che è sicuro è che la prossima stagione teatrale sarà quella del ritorno allo Zandonai. (l.m)
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