La storia

Rovereto, i “tagli” di Lucio Fontana sul soffitto del condominio

L’architetto Luciano Baldessari negli anni ’60 ha chiesto all’amico artista un’opera d’arte che oggi il Mart celebra «per salvaguardare il patrimonio»


di Nicola Filippi


ROVERETO. Passeggiando in via Paoli a Rovereto non puoi non notare il condominio “Milano”. Si staglia, imponente, fra il caseggiato, proprio di fronte alla sede centrale della Cassa Rurale, spicca per il perfetto rapporto cromatico, bicolore, fra il mattone rosso e i balconi bianchi.

Nelle foto in bianco e nero dell’epoca risalta ancora di più.

È un’opera architettonica di pregio, ma la maggior parte delle persone non se ne rende conto.

Il condominio in questione l’ha pensato Luciano Baldessari, architetto roveretano, rinomato in tutto il mondo, tra il 1960 e il 1961.

«Lo ha disegnato per omaggiare la sua città natale, al ritorno dalle esperienze internazionali», racconta Paola Pettenella, responsabile degli archivi storici del Mart.

L’architetto Baldessari ha però voluto regalare alla sua città un’altra chicca, anche quella sconosciuta alla maggioranza dei roveretani. Essendo caro amico di Lucio Fontana, altro artista italiano acclamato in tutto il mondo per il suo “concetto spaziale”e per i suoi “tagli”, lo chiama a Rovereto e gli chiede di incidere il suo genio sul gesso.

Il passo successivo è stato quello di inserirlo, come soffitto, nell’ingresso del condominio “Milano”.

L’effetto scenico dei “tagli” nel soffitto si esalta la sera: «Quando la luce dei neon si accende esce dalle fessure, creando un ambiente e una luce particolare», spiega ancora Paola Pettenella.

«L’intervento architettonico di Baldessari è stato pensato per una parte della città che, negli anni Sessanta, era in forte rinnovamento».

Oggi il condominio ospita uffici legali e appartamenti privati. Ma nulla, proprio nulla, sulle pareti in legno dell’ingresso, neppure sulla lastra di marmo, richiama l’opera d’arte presente sul soffitto.

Questo condominio è stato scelto dall’esperta degli archivi storici del Mart come simbolo del “Viaggio nell’Italia del secondo Novecento”, celebrato dalla seconda giornata nazionale degli archivi di Architettura.

«Non è un grido d’allarme, sia chiaro, non stiamo parlando di un edificio destinato a sparire. Anzi, il nostro intento è di tipo informativo. La nostra iniziativa è quasi promozionale - racconta Pettenella - vogliamo solamente aprire gli occhi ai roveretani sui luoghi dimenticati presenti e nascosti in tutta la città. Vogliamo porre l’attenzione su edifici di valenza storica, ma dimenticati dalla maggioranza delle persone. È un modo per diffondere la conoscenza e la salvaguardia del patrimonio architettonico». In città l’architetto Baldessari disegnò anche il condominio “Venezia” e l’edificio scolastico che ospita l’istituto tecnico “Fontana”.

La “giornata nazionale degli archivi di architettura” ha una valenza pedagogica.

«È un modo per suonare un simbolico campanello d’allarme - conclude Paola Pettenella - vogliamo far comprendere meglio il valore di certi edifici che esistono nelle città».

Nel caso del condominio “Milano”, «non vogliamo sacralizzare un’edificio, ma valorizzare ed esaltare un valore architettonico del Novecento di qualità. Una difesa dell’architettura del secondo Novecento che il decreto legge 70/2011 non intende tutelare». Da oggi, quindi, chi passeggerà davanti al civico 33 di via Paoli dovrà guardare il condominio con più curiosità.













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