Rovereto: esce di notte in gitascolastica, bocciato con 5 in condotta
Sfogo della madre di uno studente, bocciato dopo che, durante la gita della classe a Innsbruck, si era allontanato dopo cena senza permesso e non risultava raggiungibile al telefono: "Aveva il cellulare scarico _ dice la madre _ e comunque c'erano altri modi per punire quella che è stata una bravata invece di attendere lo scrutinio finale"
ROVERETO. Una bravata sicuramente da punire, ma ci potevano essere molti modi. Un cinque in condotta ed una bocciatura inattesa hanno amareggiato la famiglia. Che teme che il ragazzo possa reagire nel modo sbagliato, finendo per rifiutare di proseguire gli studi.
«Forse troverete patetico lo sfogo di una madre che altro non può fare se non descrivere alla comunità la propria incredulità», scrive la signora, una donna di Rovereto il cui figlio ha perso l'anno all'istituto Fontana. Incredulità di fronte alla risposta della scuola di fronte a un fatto la cui gravità non discute. E spiega l’accaduto.
«Durante lo scambio ad Innsbruck - suo figlio - si è allontanato dopo cena insieme ad un amico senza permesso.
Quella sera i ragazzi avevano il cellulare scarico ed erano irraggiungibili e comprendo la preoccupazione degli insegnanti visto che io stessa sono (in seguito alla telefonata di uno di loro) uscita per ricaricare il telefono alle 2 di notte. Non comprendo invece come sia stato possibile che al rientro non siano state messe in atto le dovute sanzioni per l’accaduto e si sia atteso invece lo scrutinio finale (10 giorni più tardi). Non sono sicura che il gesto non abbia contaminato il giudizio che ha portato gli insegnanti a dare 5 in capacità relazionali. Ricordo che - il ragazzo - aveva 9 in condotta nel primo quadrimestre e che non ha ricevuto in tutto l’anno una sola nota o provvedimento disciplinare. In generale anche i colloqui intercorsi l’ultima settimana di scuola con la dirigente non sono serviti a chiarire la situazione. Alla mia domanda diretta «Cosa potrà fare questo ragazzo, la risposta è stata «dovrà pensarci, farà le sue scelte»
Nei giorni precedenti l’uscita gli insegnanti si erano resi disponibili a sostenerlo; mi chiedo come mai dopo il fatto la disponibilità è venuta a mancare. Ho visto ragazzi promossi con tre carenze, ragazzi con numerose insufficienze promossi con tre debiti, ho visto alcuni 7 in condotta, ma non avevo mai visto finora nelle nostre scuole il 5 dato a qualcuno che pur in errore, non ha provocato danni a cose o persone.
Non contesto la bocciatura, anche se dispiace sia stata determinante la valutazione negativa data da un insegnante per la mancata consegna di un compito nonostante le sufficienze del primo e del secondo quadrimestre. Contesto la procedura e sono certa che se la sanzione fosse stata presa in altra sede non sarebbe stata così drastica».
«La mia preoccupazione - chiude amaramente il ragionamento la mamma - va al ragazzo, a quello che pensa in questo momento del mondo degli adulti, a come una punizione può essere diversa a seconda del momento o dei giudici che l’assegnano, a come tornerà a settembre a scuola. Punire significa educare e far capire l’errore, non umiliare».
La preside Flavia Andreatta è ovviamente a conoscenza dell’accaduto. Ma sia pure con la massima cortesia, è assolutamente inflessibile: «Credo che non abbia alcun senso discutere di cose di questo genere sui giornali. Ho già chiarito ogni aspetto con la madre del ragazzo, credo di averle dato tutte le spiegazioni possibili. Le operazioni di scrutinio sono riservate, e tali devono rimanere».
La madre in verità non costesta nè la bocciatura nè la necessità di una sanzione per l’errore commesso dal figlio. Ma è preoccupata che l’accaduto, così pesantemente «fatto pagare» al ragazzo, possa influenzarlo negativamente più che educarlo. «Non posso aggiungere altro - dice Andreatta - se non quello che ho detto anche alla signora: se ritengono che sia stato leso un loro diritto, che la bocciatura sia ingiusta, si rivolgano alle sedi adeguate». Chiedendo ad un giudice amministrativo, l’unico in questo momento a poterlo fare, di verificare la bocciatura sulla base dei verbali di scrutinio.
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