Rovereto, dopo 30 anni di attività chiude «Adami Sport»
Dei tre fratelli che aprirono col padre Lino il primo punto vendita in piazza S.Marco Cesare è l’unico ancora in negozio: «Arriva il momento in cui è giusto dire basta»
ROVERETO. C’è stata un’epoca in cui «Adami» a Rovereto era sinonimo di scarpe. Almeno per i roveretani “normali”, che la concorrenza era costituita da due negozi «in» riservati alla minoranza (abbastanza nutrita, ma comunque minoranza) dei “benestanti”. Tutti gli altri, prima che arrivassero i primi «supermercati della calzatura», epoca coincisa con i pellegrinaggi da mezzo Trentino a Dro, arrivano in piazza San Marco. Dove in due negozi ai lati opposti della piazza si poteva trovare tutto, dalla scarpa elegante alla Superga per la ginnastica a scuola, dallo scarpone da sci alle Clark, allora quasi obbligatorie per gli under 20.
Il capostipite era stato Lino Adami, a Pomarolo. «Nasceva calzolaio - racconta il figlio Cesare - e al momento del boom aveva dovuto scegliere: buttarsi sull’industria artigiana o sul commercio. Aveva scelto il commercio. E negli anni Sessanta aveva aperto il doppio negozio a Rovereto». Ci lavorava assieme ai tre figli: Aldo, Walter e Cesare. E uniti sono rimasti fino agli anni Ottanta, quando i tre fratelli diversificarono l’attività. Oltre al negozio in piazza San Marco, uno più orientato sullo sport alla fine di Corso Verona, quasi a Lizzana ed uno in via Mazzini. da subito, ognuno dei fratelli si era dedicato ad uno dei punti vendita, anche se tutto confluiva in una unica società. Poi 30 anni fa, la separazione.
Oggi dei tre fratelli Adami, Cesare è l’unico ancora in attività. Il negozio di via Mazzini non c’è più. In San Marco il figlio di Aldo, Michele, ha lanciato un negozio completamente diverso, Adami Sciuss, pur restando nel mondo si scarpe e moda. «E adesso chiudo anche io - dice Cesare - perché dopo 45 anni di negozio, sinceramente, non ce la faccio più. E anche perché penso che non abbia senso ridursi a lavorare col bastone: 64 anni li ho e lavoro da quando ero ragazzo. Penso che possa bastare».
Delle due figlie, nessuna segue la tradizione di famiglia: «Hanno scelto strade diverse, e ovviamente va benissimo così». Quindi il negozio sarà chiuso. Calando la saracinesca in un colpo solo anche su un’epoca del commercio cittadino.
Certamente il momento di crisi che dura ormai da anni non aiuta a mantenere l’entusiasmo, ma Cesare Adami non ne fa una ragione per smettere. «Non è questo. E’ che sono in pensione già da 5 anni, prima o poi arriva il momento di smettere e per me sento che è arrivato, quindi bene così».
Il negozio chiuderà definitivamente a fine dicembre. (l.m)
©RIPRODUZIONE RISERVATA