Rossi: «Famiglie, sconti sull’Irpef dal primo figlio»

Il governatore: «Pensiamo a una no tax area e a sconti sulle tariffe di nidi e servizi». Ma pesano le incognite della manovra di Renzi sul gettito provinciale


di Chiara Bert


TRENTO. Detrazioni sull’Irpef per le famiglie a partire dal primo figlio, come segnale di fiducia e di lotta al calo della natalità. Il governatore Ugo Rossi ha scelto ieri la festa per i dieci anni dell’asilo nido «Le Piume» di Carzano, in Valsugana, per annunciare quello che la giunta provinciale considera uno dei cardini della prossima manovra finanziaria. Ancora non ci sono cifre, ma il presidente chiarisce che «lo stock sarà in aggiunta a quanto stanziato per le famiglie nell’ultima legge di stabilità», che per il 2016 ha destinato 164 milioni di euro tra esenzione dell'Imis sulla prima casa e abolizione dell'addizionale regionale all'Irpef per i redditi fino a 20 mila euro.

«La nostra idea di fondo - chiarisce Rossi - è di agire sulle detrazioni che vadano a sterilizzare l’addizionale Irpef, creando una no tax area con forti sconti». Su come sarà modulata la misura, ammette il governatore, «ci sono ancora molte ipotesi». L’entità dello stanziamento sarà condizionata da diverse variabili, prima fra tutte la manovra finanziaria del governo. Proprio negli ultimi giorni il presidente del consiglio Renzi ha ipotizzato di rinviare al 2018 la riduzione dell’Irpef ma di inserire nella legge di stabilità un bonus per le famiglie con almeno due figli che vivono in condizioni economiche difficili: sul piatto sono previsti 400 milioni di euro, non tantissimi (parametrati sulla Provincia di Trento significa qualcosa come 4 milioni), ma per il premier si tratta di un primo passo verso il «quoziente familiare» di cui in Italia si discute da almeno 15anni, un meccanismo in base al quale non si viene più tassati come singolo individuo ma come famiglia, in base all’Isee.

«È evidente - spiega il governatore - che dovremo combinare la nostra manovra con quello che si fa a livello nazionale, e capire l’effetto che la manovra statale avrà sulle nostre entrate. Ma tutto quello che arriva a sostegno delle famiglie è positivo». Rossi ieri è tornato sul problema del calo delle nascite: «Il Trentino ha perso dai 300 ai 400 nati all'anno», ha ricordato per motivare l’impegno in vista della legge finanziaria, non solo sul fronte delle tasse. «I servizi all’infanzia saranno al centro della nostra manovra, faremo delle deduzioni sull'addizionale Irpef per le famiglie già dal primo figlio. Vogliamo dare un segnale di fiducia alle famiglie che fanno figli e stanzieremo risorse aggiuntive sui servizi nido, con l'obiettivo di ridurre un po' le tariffe, che in alcuni casi sono un po' alte e non incentivano certamente a fare figli», ha aggiunto rispondendo ai timori già manifestati dai Comuni sui tagli ai fondi per i nidi. «La nostra società sta invecchiando e quindi c'è l'esigenza di avere la massima attenzione possibile a quei giovani che decidono di mettere su casa». Sul fronte degli investimenti, il presidente annuncia anche l’intenzione di aumentare il numero dei posti negli asili nido. Quanto costerà tutto questo? «Per ora abbiamo condiviso i filoni di intervento, ora lavoriamo sulle compatibilità economiche», spiega Rossi. La manovra trentina rischia quest’anno di essere ancora più condizionata dalla manovra nazionale: le tre incognite maggiori riguardano gli sgravi fiscali alle imprese su Ires, Irap e superammortamento, il bonus per le famiglie e - non ultimo - il braccio di ferro in corso con il governo sull’utilizzo degli avanzi della Provincia e dei Comuni, una partita da 200 milioni. Di qui l’allungamento dei tempi: la giunta prevede di approvare la Finanziaria più tardi del solito, l’11 novembre.

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