Rossi: «Ci aspettano scelte impopolari»

Il presidente: «Il Trentino dev’essere più competitivo, sobrietà e efficienza ci aiuteranno. I margini di risparmio ci sono»


di Chiara Bert


TRENTO. «La situazione non tornerà com’era prima della crisi. Ma qualche segnale di fiducia c’è, e la consapevolezza che bisogna essere più competitivi». Ugo Rossi ieri ha incontrato la stampa per gli auguri di Natale, i primi da presidente della Provincia. L’anno che sta per cominciare vedrà in primo piano la difficile trattativa con il governo su deleghe e contributo finanziario, ma anche la spending review degli investimenti.

Presidente Rossi, con quali aspettative guarda al 2014?

Il tunnel della crisi non è finito ma qualche segnale di tenuta e fiducia c’è nell’economia. È chiaro però che non si tornerà al pre-crisi. Ma c’è una consapevolezza maggiore che bisogna essere più competitivi e una maggiore efficienza e sobrietà ci possono aiutare. Saremo chiamati a impegni anche impopolari, tagli di spesa e efficientamento, ma con lo scopo del bene comune.

A cosa dovranno rinunciare i trentini?

La sfida è mantenere lo stesso livello di servizi spendendo meno. I margini di risparmio ci sono, penso a com’è la sanità oggi rispetto a 5 anni fa: abbiamo ridotto i costi ma non mi sembra sia peggiorata.

Cosa deve fare il Trentino per esser e più competitivo?

Il cambio di passo spetta a tutti. A chi deve decidere, innanzitutto, e noi possiamo mettere benzina, con la riduzione dell’Irap, la valorizzazione del capitale umano, l’investimento sulle lingue straniere. Però abbiamo bisogno di una classe imprenditoriale che si metta in gioco e sappia fare squadra e di un sindacato che sappia accogliere le sfide.

Per esempio superare l’articolo 18?

Se bisogna fare qualcosa per dare lavoro ai giovani, qualche tutela va messa in discussione. Ma questo solo a fronte di un sistema di ammortizzatori che attenua le cadute di chi perde il lavoro. Quello che dice Renzi è quello che si fa in Europa da anni e quello che modestamente anch’io vado dicendo da tempo. Per fortuna in Trentino possiamo contare su un sindacato molto più avanzato.

E per la Provincia quale dovrà essere il cambio di passo?

La Pubblica amministrazione deve essere volano e non freno. Ciò significa rinunciare a qualche abitudine consolidata, per esempio se un dipendente va in pensione non è detto che sia sostituito. Abituarci a lavorare di più per priorità in una logica di risparmio. Si parla di percentuali molto contenute: l’altro giorno abbiamo detto che ridurremo dell’1% il finanziamento alle Rsa.

La stessa logica di risparmio varrà sugli investimenti. Ha già detto che la ferrovia Rovereto-Riva in questa legislatura non si farà. Qualche altro esempio di opere a cui si dovrà rinunciare?

Per essere chiari, in campagna elettorale non ho mai detto che la Rovereto-Riva si sarebbe fatta. L’Italia è un Paese dove le opere pubbliche non si fanno, mentre noi le facciamo. Del Not si parlava da 15 anni, noi abbiamo messo i soldi e fatto il bando. Ma ci si concentra sui ricorsi: il Tar fa il suo lavoro, è l’approccio che frena la competitività.

Ammetterà che sul Not la Provincia ha subito una battuta d’arresto pesante...

Voglio difendere chi ha preso le decisioni e chi le ha istruite. Dalle minoranze è stata data una lettura demagogica e strumentale, ci hanno descritti come degli sprovveduti. Ma faccio notare che il giorno dopo la sentenza del Tar sul Not, il tribunale di Milano su una fattispecie identica ha sentenziato l’opposto, ovvero che chi ha partecipato alla stesura del bando può far parte della commissione giudicatrice.

In parlamento è arrivato il via libera alla legge di stabilità con le nuove deleghe per il Trentino. Ottimista sulla trattativa con lo Stato?

Noi abbiamo detto che siamo d’accordo sulla delega fiscale, mentre impugneremo sia la parte finanziaria che quella relativa alle altre deleghe perché scambia valori di costo delle deleghe con le riserve all’erario che sono molto più alte. Le nomine del ministro in commissione dei 12 sono un segnale di fiducia nella trattativa, allo Stato del resto conviene trattare con cui ha i conti a posto.

Ritorno all’Itea pubblica, addio all’inceneritore, riforma delle Comunità di valle. Suonano come una marcia indietro su scelte strategiche dell’era Dellai. È così?

Il mondo cambia rapidamente e le funzioni devono muoversi in funzione di questi cambiamenti. Sull’inceneritore tutti conosciamo le ragioni che ci hanno portato a scelte diverse. Per quanto riguarda l’Itea, abbiamo puntato sul canone moderato con il fondo che è appena partito: Itea in futuro gestirà, farà manutenzione e qualche ristrutturazione, ma non come soggetto che sta sul mercato. E sulle Comunità, una logica sovracomunale è importante anche per la ripartizione della spesa.

Presidente, progetti per Natale?

Starò in famiglia e dopo Natale qualche giorno in val di Sole. A sciare possibilmente, speriamo nevichi. (Ma il 30 sarà di nuovo al suo posto, per l’ultima giunta del 2013).

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