Rivolta in via Manzoni «Vogliono farci chiudere»
La titolare della rosticceria “Stuzzicatilly” accusa il Comune di insensibilità: «Tante multe, pochi parcheggi, luminosità scarsa. Nessuno ci ascolta»
TRENTO. «Non ne capisco il motivo, ma evidentemente in Comune vogliono far chiudere le attività commerciali di via Manzoni: i parcheggi sono pochi e continuano a dare multe. Non abbiamo una zona carico e scarico. Le nostre proposte di abbattere l’ex asilo per creare un’area di sosta, come quella di potenziare l’illuminazione, sono state bocciate: non ci resta che chiudere o trasferirci». La richiesta di aiuto arriva da Eutillia Rigillo, titolare della rosticceria “Stuzzicatilly”, che da tre anni ha aperto la sua attività al civico 21 di via Manzoni. «Quando sono arrivata, al mio fianco da una parte c’era una banca e dall’altro un bar, adesso sono rimasta sola e sinceramente stando 17 ore in negozio non mi sento sicura: appena viene buio mi chiudo dentro e apro solo a chi conosco».
Partiamo dai parcheggi. Pochi stalli e tutti a pagamento e quasi sempre occupati. «La mia attività è solo da asporto perché, non ho capito in base a quale legge, ma mi hanno fatto togliere gli sgabelli che servivano unicamente per non far mangiare in piedi e di certo non per un servizio al tavolo. Il cliente arriva, deve lasciare la macchina in strada con le doppie frecce, oppure trovare un modo per sistemare la macchina con i vigili che sembrano essere in agguato per fare le multe. Ovviamente dopo la prima volta tirano dritto e vanno in un’altra rosticceria».
In questi anni sono state avanzate molte richieste: «L’abbattimento dell’ex asilo ed in attesa che venga deciso cosa farne, creare un’area parcheggi. Oppure che qualche stallo a pagamento diventasse bianco per una sosta massima di 15 minuti. Poi ancora la creazione di uno spazio carico e scarico che per me che faccio anche catering, sarebbe importantissimo. Tutto respinto». Le motivazioni? «La principale è che siamo annessi al centro storico e quindi abbiamo le stesse regole, ma anche gli stessi costi, di un’attività in piazza Duomo: mi domando se è normale. E cosi nessun esercizio ha un’insegna luminosa, che almeno servirebbe per illuminare la strada». Per il potenziamento dell’illuminazione «picche anche qui adducendo la scusa di inquinamento ambientale e che non poteva esserci un tratto di strada illuminato diversamente dal resto della via». Non è facile andare avanti: «No, ed infatti penso di trasferirmi, solo che mi sono fatta una mia clientela con gli uffici qui attorno. La mia è una cucina genuina e fresca – per questo resto in negozio 17 ore – che preparo personalmente e quasi prettamente napoletana. La gente apprezza e viene lo stesso, ma fino a quando?»