«Riva, molti rallentatori non sono a norma»
Il consigliere ne ha censiti 25 ed ha scoperto non poche anomalie: ora chiede al Comune di normalizzare la situazione
RIVA. Pietro Matteotti ha annunciato ai colleghi consiglieri ed alla giunta di aver dichiarato guerra ai rallentatori piazzati lungo molte delle strade rivane senza alcun rispetto per la normativa prescritta dal Codice della strada. Il tutto è nato nelle immediate vicinanze di casa, da quello che rimane il caso più eclatante di illecito, ossia dal rallentatore piazzato in viale Vannetti, appena prima dell'incrocio con via Guella: trovandosi in zona scolastica, dove vige il limite di velocità di 30 chilometri all'ora, la barriera dovrebbe essere larga non meno di 120 centimetri; poi il codice prescrive che sia posizionata a non meno di 3 metri di distanza dall'incrocio. A queste due mancate osservanze della normativa se ne aggiunge una terza: la legge prevede che dove non esista la pista ciclabile e le biciclette siano quindi tenute a viaggiare sulla sede stradale (l'uso del marciapiede è sanzionabile, almeno sulla carta) il dissuasore deve prevedere spazi liberi per il transito, senza costringere la bici a scavalcamenti che possono diventare pericolosi sia per le persone che per le cose trasportate.
Questi spazi, secondo Matteotti, non possono essere inferiori ad una sessantina di centimetri, equivalenti alla larghezza delle spalle, mentre nel caso in questione misurano fra i 18 ed i 22 centimetri dal bordo (in porfido) del marciapiede: ci vuole un funambolo per imboccarli. La scoperta della prima irregolarità ha spinto il consigliere ad un controllo puntuale, ancorché non sistematico, dei rallentatori man a mano che gli accadeva di incocciarne uno. La raccolta è arrivata a quota 25 e conferma l'esistenza di parecchie “sviste”: quelli di via Ardaro, per esempio, non sono segnalati come invece dovrebbero, e la stessa cosa accade in via Fornasetta; in strada vecchia di Varone il varco lasciato fino al muro di sassi che chiude il sedime, è di soli 38 centimetri. Conclusione: è in fase di elaborazione un documento ( se sarà interpellanza o mozione non è ancora deciso) in cui Matteotti chiederà di conoscere prima di tutto quanti siano e dove i dissuasori disseminati sulle comunali di competenza di Riva; quindi copia dell'ordinanza che il sindaco è tenuto ad emettere in occasione della posa in opera di ciascuno dei dissuasori, ed infine se i dossi sono stati posizionati nel rispetto della normativa. Il tutto per un fatto molto semplice: è giusto che l'amministrazione incentivi l'utilizzo della bicicletta, peraltro cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni ma deve anche allo stesso tempo offrire agli utenti comodità di spostamenti e sicurezza: Quella rete di ciclabili, in altre parole, che s'attende da anni.