Riva del Garda: Sant'Andrea, mugugni in bancarella

Flussi inferiori alle attese. E non piace la nuova dislocazione: «ci si perde»



RIVA. Bene il tempo, freddo ma senza vento nè pioggia, e discreta la tenuta degli operatori: 350 sui 360 attesi alla vigilia, in linea con la partecipazione degli anni passati. Ma le note positive finiscono qua. Chi ci lavora ha chiuso giornata con ricavi soddisfacenti ma non certo entusiasmanti. Tanto che si parla di regolamento obsoleto e da rivedere. Cominciando dalla data: un giorno feriale per una fiera non è al passo con i tempi.  Sant'Andrea a Riva è festa patronale e la città si ferma. Ma non così Arco o Rovereto, per citare solo le città più vicine. E con un orario che va dalle 8 alle 18 significa rinunciare ad un bacino di potenziali utenti almeno doppio rispetto ai soli rivani. A ridosso delle feste natalizie c'è tutto un turismo delle fiere - come ben sanno a Rovereto, per esempio, dove si fa coincidere la fiera di Santa Caterina con la domenica che precede la serie delle domeniche d'oro - e Riva tenendo duro alla data canonica del 30 novembre, rinuncia a gran parte di quel giro.  Inoltre per ragioni di sicurezza (mantenere su ogni strada lo spazio per il passaggio di eventuali mezzi di soccorso) l'area delle bancarelle si è molto dilatata, con uno sfilacciamento che è risultato molto penalizzante per chi si è trovato ai margini rispetto all'area considerata centrale di via Dante.  Nel complesso, hanno lavorato bene - per loro stessa ammissione - i molti venditori di gastronomia. Abbastanza bene quelli di oggettistica non tradizionalmente presente al mercato del mercoledì (pentole, coltelli, utensili, stranezze varie) e peggio quelli di scarpe ed abbigliamento, anche se un bilancio preciso è impossibile: bisogna stare alla loro parola.













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