Risse e minacce, il questore chiude il T8  

Il circolo privato di via Maccani. Il provvedimento eseguito ieri ha una durata di 15 giorni. La causa? «Diversi episodi che avevano creato allarme sociale ed erano un pericolo per l’ordine pubblico». Episodi denunciati anche dai residenti



Trento. Danneggiamenti, risse, lesioni e minacce. Anche a mano armata. Sarebbe successo tutto questo dentro e fuori il T8 il circolo privato di via Maccani, uno dei luoghi d’incontro di chi vive la notte trentina. Una situazione allarmante che ha spinto il questore Giuseppe Garramone ha ordinarne la chiusura. Le porte del club saranno chiuse per 15 giorni a partire da ieri. Il questore ha preso il provvedimento in base all'articolo 100 del Tulps che prevede «il Questore può sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l'ordine pubblico, per la moralità pubblica ed il buon costume o per la sicurezza dei cittadini». In questo caso, secondo la questura, attorno al circolo privato «si erano verificati diversi episodi che avevano creato nella cittadinanza allarme sociale e che nel loro insieme avevano costituito un pericolo per l’ordine pubblico». Episodi che hanno visto «un impegno costante delle forze dell’ordine, in particolare di polizia e carabinieri per contrastare fatti di microcriminalità la cui intensità era andata via via crescendo nel tempo e per impedire la conseguente e diffusa preoccupazione della zona denunciato dai cittadini residenti».

Il provvedimento di sospensione notificato dalla squadra amministrativa della polizia, si iscrive in un’attività di controllo sui locali pubblici estesa in ambito provinciale che ha visto, a fronte della verifica di numerosi locali, una sostanziale correttezza nella gestione degli esercizi pubblici da parte dei titolari delle autorizzazioni. L’attività di controllo si è estesa, inoltre, nei confronti degli addetti alla sicurezza utilizzati negli esercizi pubblici e nelle pubbliche manifestazione in cui era prevista la loro presenza. Nel corso di tale attività, svolta nei mesi di luglio e agosto, a fronte della mancata regolarità degli addetti, ha elevato sanzioni amministrative per 9000 euro.

«L’essere intervenuti con celerità nei confronti del circolo privato - aggiunge il Questore Garramone - dimostra che esistono i mezzi e le capacità per riportare nell’alveo della legalità anche quelle situazioni potenzialmente pericolose per l’ordine pubblico. Questo però non diminuisce l’importante lavoro svolto da tutti gli attori del mondo dei locali pubblici che si impegnano costantemente per fornire un servizio alla collettività collaborando fattivamente le forze di polizia. Va dato atto, inoltre, che c’è uno sforzo comune tra i gestori di discoteche e dei servizi di controllo di intrattenimento e spettacolo e il Ministero dell’Interno, sottoscritto il 9 maggio al Commissariato del Governo di Trento, volto a garantire una crescente cultura della legalità tra i frequentatori dei locali pubblici».













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