Rissa tra immigrati a Torre Vanga, residenti esasperati

Due bande di extracomunitari si sono affrontate ieri pomeriggio. Gli abitanti: «Qui è il bronx. Andiamo dal questore»



TRENTO. Urla, persone che si rincorrono e si picchiano, si tirano di tutto, negozianti e residenti esasperati. E’ successo ieri, ma anche il giorno prima ed accade sempre più spesso in piazza della Portella. I nuovi giardini davanti a Torre Vanga ormai sono diventati luoghi di bivacco permanente per bande di ubriachi e spacciatori. Spesso la tensione esplode in vere e proprie risse, con passanti e residenti sfiorati da gente che si insegue urlando. Ieri pomeriggio poco prima delle tre, è accaduto di nuovo. Una quindicina di persone di colore, probabilmente ex profughi della Libia, hanno inseguito un nordafricano. Si è trattato di una vera e propria caccia all’uomo. Gli inseguitori dicevano che il nordafricano aveva rubato. L’uomo si è rifugiato nel negozio che vende kebab, dall’altra parte della strada. Gli inseguitori lo hanno raggiunto. Il gestore del negozio li ha buttati fuori tutti e la disfida è proseguita nei giardinetti della piazza di fronte. Nel frattempo cinque o sei maghrebini sono arrivati a dar manforte al fuggitivo. Gli altri, però, lo avevano bloccato a terra e lo tenevano. Dicevano che era un ladro e che volevano chiamare la polizia. L’uomo, dal canto suo, urlava a tutto spiano. I gestori dei locali vicini e i residenti si sono affacciati spaventati. Anche il personale della vicinissima Torre Vanga si è affacciato dal portone.

Lo spettacolo era tutt’altro che tranquillizzante. Ormai al centro della piazzetta c’erano una ventina di persone urlanti. Sembrava una vera e propria battaglia campale. Pochi minuti dopo sono arrivate due auto dei carabinieri e una della polizia. In un attimo, sono tutti svaniti. Tutti tranne l’uomo inseguito che è stato consegnato da alcuni degli inseguitori ai carabinieri.

L’uomo si era leggermente ferito perché era stato letteralmente placcato a terra, ma non era stato picchiato. L’episodio, però, preoccupa perché si tratta dell’ennesimo atto di violenza che arriva dopo una serie infinita di fatti simili. C’è da giurare che non tarderà ad arrivare la vendetta. Del resto anche l’altro ieri si è verificato un episodio simile, proprio sotto i portici di via Prepositura. In quell’occasione, la rissa è scoppiata tra un gruppo di cinesi e una banda di maghrebini. Si sono tirati addosso anche la spazzatura dei bidoni.

La gente è esasperata e non ne può più. Il gestore della piadineria che si trova proprio sulla piazzetta ha chiesto un incontro con l’assessore comunale Italo Gilmozzi e con il Questore. L’incontro in Comune dovrebbe esserci già oggi. Il dottor Adam Serena, che ha lo studio proprio sopra la piazza, ieri è stato tra i primi a chiamare la polizia: «Era un vero e proprio Far West. Non ne possiamo più. Questa zona ormai è diventata ostaggio di queste bande. Ogni giorno succede qualcosa. Ci sono bande di persone che bivaccano sul prato, bevono, si ubriacano, infastidiscono i passanti. Io non ho paura, ma la mia assistente, ad esempio, sì. Ha paura quando esce dallo studio la sera. Non è possibile lasciare un’area del centro storico in mano a questi signori». La signora Ginevra Bernardini, insegnante in pensione, si è affacciata dalla finestra e ha visto il parapiglia: «Qui ormai non si vive più. Si picchiano tutti i giorni. Ci sono i nordafricani e quelli di colore. Ogni volta è un caos. Vediamo anche gente che spaccia per strada, ma la cosa continua così. Non ce la facciamo più». Anche il personale di servizio a Torre Vanga parla di risse continue e di persone poco raccomandabili che gravitano per tutto il giorno nella piazza.

Il giovane gestore pakistano del negozio di Kebab è esasperato anche lui: «Me li sono visti piombare dentro il locale e li ha sbattuti fuori, ma qui non si vive più. Un giorno uno di questi mi ha spaccato la vetrina perché non voleva pagare il panino. Ho chiamato le forze dell’ordine e il giorno dopo era ancora qui. Un’altra volta, un altro di queste persone ha rotto una bottiglia in faccia a mio cugino. Hanno portato via anche lui, ma poco tempo dopo è tornato. Sembra che questo posto sia abbandonato».

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