Rinnovato il pellegrinaggio in ricordo di Hofer

San romedio. Numeri contingentati, mascherine e distanziamento per gli Schützen che come da tradizione la seconda domenica di luglio a San Romedio hanno rinnovato il pellegrinaggio nell’eremo per...



San romedio. Numeri contingentati, mascherine e distanziamento per gli Schützen che come da tradizione la seconda domenica di luglio a San Romedio hanno rinnovato il pellegrinaggio nell’eremo per ricordare la visita del 7 luglio 1809 dell’eroe tirolese Andreas Hofer nel santuario con 600 armati alla vigilia delle battaglia del Bergisel contro i Franco Bavaresi.

Poco più di 150 i cappelli piumati (ed una trentina di Marketenderinnen) che hanno riempito, con spazi rigorosamente predefiniti, la piazzetta a pochi metri dal santuario dominata dalla cappella con la statua del Santo patrono del Tirolo con l’orso. Ospiti d'onore il presidente della Giunta provinciale Maurizio Fugatti e l'arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, che ha concelebrato la messa con il priore padre Giorgio Silvestri a cui il comandante della Federazione Trentina il roveretano Enzo Cestari, ha fatto dono di una stola verde per ringraziarlo della cortese accoglienza con cui ogni anno i frati ospitano gli Schützen. In apertura Cestari ha ricordato le vittime della pandemia da cui siamo usciti grazie all’impegno dei sanitari eroi e di quanti, a vario titolo, hanno collaborato a contenerne gli effetti con il loro lavoro e con il volontariato hanno collaborato a contenerne gli effetti. «Anche gli Schützen hanno fatto la loro parte anche se negli organici della Protezione Civile non ci hanno voluto inserire» - ha ricordato con un pizzico di polemica. E citando Pirandello, ha detto che alla nostra società più che “eroi” episodici servono “galantuomini” (che valgono sempre) e di cullare il sogno di una riunificazione del vecchio Tirolo sotto i valori antichi di questo popolo Dio, Patria, Famiglia. Un concetto poi ripreso dal governatore Fugatti parlando di Euregio Tirol e della figura di Hofer con la valorizzazione, e la conoscenza da trasmettere ai giovani, dei tanti luoghi del Trentino, come appunto San Romedio, segnati dal passaggio dell’eroe tirolese. Il vescovo nell’omelia, partendo dalla parabola del seminatore e della diversa sorte che i semi buttati hanno nella comunità evidenziato l’importanza di lavorare assieme, per un ideale condiviso. Perché il vero pericolo per l’uomo contemporaneo sono i microcosmi in cui si rinchiude e l’individualismo, con la follia di pensare di poter vivere senza gli altri.

Al termine della messa Cestari e Fugatti hanno deposto una corona d’alloro alla lapide che ricorda la visita di Hofer, e hanno giurato i nuovi componenti entrati a far parte del movimento nel 2019. Le note della Musikkapelle Kalisberg di Civezzano e gli spari a salve degli Schützen val di Sole, hanno fatto da contorno, con vari ospiti tra cui il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, l’assessore regionale Claudio Cia, il presidente della Comunità Valle di Non Silvano Dominici, e i consiglieri provinciali Lorenzo Ossana, Paola Demagri, e Ivano Job. G.E.















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