Rinasce in chiave metal la banda sociale di Lavis
Per tutta l’estate la singolare collaborazione col gruppo «Etereal» di Caldonazzo e sabato la prima uscita fuori regione: saranno a Castel Viscardo, in Umbria
LAVIS. L'idea era di realizzare una sola data, un esperimento per unire pubblici diversi. E far capire che anche le bande di paese possono avventurarsi in strade mai percorse. Poi però la reazione è stata talmente positiva che il progetto è andato avanti, altre date si sono aggiunte in tutto il Trentino, e sabato suoneranno in Umbria. Una sorta di piccolo tour estivo, che ora potrebbe persino superare i confini nazionali.
Stiamo parlando della Banda sociale di Lavis e del gruppo metal Etereal di Caldonazzo (Daniela Nicolini alla voce, Diego Mittempergher alla batteria, Paolo Mucci alla chitarra, Daniele Costa al basso ed Enrico Dorigatti alla tastiera). Le due realtà si sono unite in un sodalizio, mettendo in piedi un tributo ai Nightwish. Ovvero ad un gruppo gothic metal: proprio in questo sta l'originalità del progetto.
Nelle scorse settimane le esibizioni a Lavis, Mattarello, e Pinè. In tutti i casi un successo. Nel pubblico, giovani coi capelli lunghi ed i giubbotti di pelle, accanto al classico pubblico della banda. «Volevamo raggiungere questo obiettivo – spiega il maestro Adriano Magagna, che per primo ha creduto nell'idea – avvicinare a questo genere di musica anche gente non abituata: rivolgerci a pubblici diversi, da una parte gli appassionati della musica per banda, dall'altra il pubblico dei metallari. È un tentativo partito quasi come una pazzia, ma sta dando ottimi risultati».
La prima esibizione era stata proprio a Lavis, lo scorso Natale al Palazzetto dello sport. «Era un modo per testare la risposta degli spettatori – aggiunge Magagna – io stesso, pur credendo molto nel progetto, avevo il timore che potesse essere non capito. Insomma: che ci fossero critiche o perplessità. Invece i commenti sono stati da subito molto positivi». Da qui l'idea di continuare anche in altre realtà del Trentino e non solo. «Cercare nuove date non è stato subito semplice – dice Magagna – perché la nostra è una proposta difficile da immaginare. L'idea di una banda sociale che suona metal all'inizio lascia delle perplessità. Poi, vedendo lo spettacolo, si superano però anche i pregiudizi. Sono convinto che si debbano cercare nuove prospettive al repertorio bandistico. Dimostrare al pubblico che non è finita l'evoluzione stilistica della banda, che può dare ancora molto, attirando anche i giovani».
Chitarre elettriche a tutto volume, ritmo incalzante della batteria, sul tappeto sinfonico creato dalla banda. A Pinè c'erano persino tre arpisti. In totale lo spettacolo raggiunge le due ore e mezza. «Lo dico da maestro – conclude Magagna – è una grande emozione sentire il pubblico che canta con te a squarciagola, come nei grandi concerti rock. Ora il mio sogno è riuscire ad organizzare un tour che superi i confini nazionali. Vediamo chi ci supporterà». Il primo passo sabato, quando è in programma la prima esibizione fuori dai confini provinciali, a Castel Viscardo in Umbria.