«Riina, no al funerale pubblico»
Don Maffeis parla a nome della Cei: «Calpesterebbe la memoria delle vittime»
TRENTO. La Chiesa italiana alza la voce: nessun funerale pubblico per Totò Riina. È «impensabile», dicono i vescovi per un criminale che si è macchiato di delitti per i quali, come ha detto Papa Francesco, «c'è la scomunica». «La Chiesa non si sostituisce al giudizio di Dio ma non possiamo confondere le coscienze», ha detto il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana don Ivan Maffeis. Niente funerale in chiesa dunque, o comunque nessuna funzione aperta al pubblico. Al massimo una preghiera semplice al cimitero. Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, la diocesi nella quale si trova Corleone, la cittadina del boss , conferma: «Trattandosi di un pubblico peccatore non si potranno fare funerali pubblici. Ove i familiari lo chiedessero si valuterà di fare una preghiera privata al cimitero». Ma non risulta comunque che ci sia, almeno al momento, un interesse della famiglia in questo senso. A Parma non è stata neanche chiesta una benedizione della salma di Riina, né al cappellano del carcere, frate Giovanni Mascarucci, né ai padri cappuccini che si occupano dei pazienti dell'ospedale dalla chiesa di San Francesco e neanche alla diocesi di Parma.
«La posizione della Chiesa italiana è chiarissima. Di fronte a chi si è reso responsabile di tali crimini non è pensabile fare un funerale pubblico. È un segno - spiega Maffeis a nome della Cei - che calpesterebbe la memoria delle vittime, di tutte le persone uccise, penso a Falcone, Borsellino, Livatino, ma anche i tanti preti uccisi, come don Puglisi, e comunque i magistrati, le forze dell'ordine, le tante persone che sono state assassinate. Un funerale pubblico sarebbe un segno che va nella direzione opposta del compito della Chiesa, che è quello di educare la coscienza e contrastare la mentalità criminale».