“Ricette” illeggibili, medici sotto accusa
Nuove segnalazioni all’Azienda sanitaria. La promessa: ricorderemo a tutti di scrivere a mano in maniera più chiara
TRENTO. Quello della “ricette” illeggibili sarà anche un luogo comune. Ma a chi non è mai capitato di recarsi dal proprio medico per una visita e uscire dall’ambulatorio con una prescrizione di farmaci, o un’impegnativa per esami specialistici, assolutamente incomprensibile? Accade eccome, altro che luogo comune. Saranno anche bravi e preparati, i medici trentini, ma in quanto a grafia a volte lasciano davvero a desiderare. Ma c’è anche chi non si arrende a questa situazione. Come Claudio De Paoli, instancabile difensore degli anziani e non solo. Che ancora in novembre aveva segnalato all’Azienda sanitaria un ennesimo disservizio legato proprio alla compilazione delle impegnative da parte dei medici di famiglia: «Un disagio per i cittadini che si presentano agli sportelli per pagare il ticket per consegnare degli esami - scriveva - il motivo? L’impegnativa non è corretta, e in più è illeggibile».
Ora a De Paoli è giunta una risposta formale del Servizio comunicazione dell’Azienda sanitaria. In cui si assicura «che si inviterà il medico oggetto del reclamo a compilare le impegnative prestando maggiore attenzione alla grafia». E in effetti il documento che De Paoli allegava alla propria segnalazione era davvero eloquente: leggere quelle poche righe vergate dal medico era davvero impossibile. E in effetti ne è rimasta convinta anche l’Azienda sanitaria: che sempre nella lettera a De Paoli assicura che «non mancheremo di ricordare ai medici di medicina generale che quando di scrive a mano, per evitare di incorrere in incidenti, è necessario che ogni indicazione possa essere letta in modo chiaro». Va detto peraltro che delle numerose segnalazioni (la media annuale è ora collocata attorno al migliaio) di disservizi sanitari presentati dagli utenti, quelle relative a difficoltà di lettura nelle prescrizioni non sono così frequenti. E paradossalmente, fa sapere l’Azienda, in molti casi non è facile interpretare il contenuto delle stesse segnalazioni, spesso scritte a mano con grafia poco chiara.
Che il tema sia comunque annoso lo dimostra però il fatto che già nel marzo del 2011 De Paoli aveva sottoposto la questione all’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri. L’allora èresidente Paolo Barbacovi gli aveva risposto spiegando che l’Ordine aveva già provveduto «ad invitare i colleghi medici ad una corretta compilazione delle ricette». Ma ammettendo allo stesso tempo che «può tuttavia accadere che tra gli oltre 2.400 professionisti iscritti al nostro albo ve ne siano alcuni poco sensibili al problema».
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