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Renzi e Valls: "Battaglia in Ue contro l'austerity"

I due premier a Trento al Festival dell'economia. Fuori dall'Auditorium Santa Chiara la contestazione dei sindacati di base - IL NOSTRO SPECIALE MULTIMEDIALE



TRENTO. Da Trento parte la battaglia di Italia e Francia contro l'austerity. «A settembre quando avremo finito di fare le riforme» l'Italia in Europa inizierà «con determinazione che non immaginate» una battaglia contro l'austerity. Così il premier Matteo Renzi ha esordito al Festival Economia nell'incontro con il collega francese Manuel Valls. «Non dico che andremo a fare casino, ma ci si avvicina».

La Ue e l'austerity. «È anche una questione di debito pubblico. Adesso il quadro sta cambiando. C'è problema debito, ma è più ampio: non si taglia su spesa corrente, ma sugli investimenti, quindi la crescita si abbassa e a sua volta cresce il debito e parte un circolo virtuoso, ricominciando a tagliare». Così il premier, Matteo Renzi, a proposito dello sforamento dei conti. «L'Italia aveva bisogno di recuperare credibilità - ha aggiunto -. Non c'è più problema 3%, ma del fiscal compact, votato anche da Brunetta, anche se non se n'è accorto».

«Sono assolutamente certo che il linguaggio dell’economia futura non sarà il tedesco, ma l’italiano e il francese», ha proseguito Renzi. «Un anno fa eravamo i malati d’Europa con la Grecia, il quadro adesso sta cambiando. Noi abbiamo il problema del debito alto, però da Maastricht in poi si è detto di tagliare, e si tagliano gli investimenti e non la spesa corrente, è un cane che si morde la coda perché non si avvia la crescita e si tagliano di nuovo gli investimenti». «Con il fiscal compact il tetto è al 2,6% nel rapporto tra debito e Pil - ha aggiunto -, poi all’1,8%. E questa cosa l’han votata tutti, anche Brunetta, che però non se lo ricorda, capita ai Nobel mancati... Economista? non esageriamo».

«L’Europa che si basa sul rigore è un problema, serve un modello che non sia centrato su una crescita ssenza occupazione e su questo l’austerità ha fallito». «C’è la Polonia dove hanno vinto i populisti, la Spagna dove non sai cosa possa accadere, il Regno Unito che riflette sull’Europa che verrà, la Grecia che sappiamo come sta: è fantastica questa possibilità che si apre, una stagione dove si possa chiudere il periodo del passato e ragionare sul fatto se siamo sicuri se per vincere il populismo non serva avere un’idea di europa capace di crescere con maggior intensità», ha aggiunto.

Renzi, che ha ricordato come il Pd abbia vinto le europee «essendo gli unici che non parlavano male della Germania» e sottolineato che «la crisi non è colpa della Merkel ma della mancanza di riforme», ha ricordato gli obbiettivi che l’Europa si era data a Lisbona e chiedendosi se, visti i pochi risultati raggiunti, non fosse l’ora di aprire una nuova riflessione.

Le elezioni. Renzi ha poi velocemente toccato il tema delle elezioni regionali, punto su cui le opposizioni avevano sollevato un vespaio proprio per la partecipazione del premier al Festival di Trento nel giorno del silenzio elettorale. «Francamente no, per me le europee hanno un grande valore. Per me il punto centrale è cambiare la politica europea. Le elezioni locali hanno valenza locale». E ancora: «Dare al riformismo un'anima e la capacità di attrarre i sogni e la temerarietà nel nostro Paese è sfida meravigliosa. Il dibattito tra riformisti e rivoluzionari c'è sempre stato a sinistra in Italia, con l'idea che i rivoluzionari scaldassero l'anima e poi perdessero le elezioni e invece i riformisti non riuscissero a entusiasmare il proprio popolo».

La questione del lavoro. «Il dogma più radicale della sinistra dogmatica è il lavoro, il lavoro per me si difende difendendo il lavoratore, e non l’articolo 18, che ha 44 anni».

Le contestazioni fuori dall'Auditorium. L'arrivo di Renzi al Festival è stato contestato da un gruppo di sindacalisti di base. I manifestanti dapprima sono sfilati in corteo per le vie del centro storico della città e quindi hanno organizzato un presidio davanti al centro Santa Chiara. I manifestanti protestano in particolare contro il governo Renzi che, dicono «non ha in alcun modo scalfito gli alti livelli di disoccupazione, sopratutto femminile e giovanile, generando in compenso nuove insicurezze tra gli occupati». Il presidio è controllato dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa. Al momento la situazione è tranquilla.













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