Reni, ogni anno 70 nuovi malati

In Trentino tremila pazienti: abbiamo il record italiano di trapianti


Sandra Mattei


TRENTO. Torna l'appuntamento con la prevenzione gratuita, in piazza Battisti giovedì 10 marzo, in occasione della Giornata del rene. In Trentino ogni anno 70 persone scoprono un'insufficienza renale e si stima che il 10% della popolazione abbia un problema renale. Questa la cattiva notizia, la buona è che in provincia il 51% dei malati ha avuto il trapianto di rene ed è guarito.
Appuntamento consolidato e diffuso in tutta Italia, la Giornata del rene ha lo scopo di prevenire la malattia attraverso le analisi delle urine e il controllo della pressione arteriosa, grazie alla presenza in piazza Battisti del personale del reparto nefrologia e dialisi dell'azienda sanitaria, dei volontari dell'associazione provinciale amici della nefrologia (Apan) e della Croce Rossa.
Giovedì 10 marzo, quindi, tutti potranno presentarsi dalle 9 alle 14 in piazza con un campione di urina e potranno sapere l'esito, per poter poi essere avviati a ulteriori controlli presso il medico di famiglia o l'ospedale, il tutto gratuitamente. Occasione che incontra l'interesse della popolazione trentina, come dimostrano i dati dell'iniziativa dell'anno scorso: oltre 300 persone si erano sottoposte agli esami e 15 avevano avuto esito positivo.
Ma quali sono i pazienti a rischio? Risponde il direttore dell'unità operativa di nefrologia del Santa Chiara, Giuliano Brunori: «Si tratta di anziani, di chi soffre di diabete, ipertensione o obesità. Anche chi fuma e chi fa uso prolungato di farmaci (come chi ha mal di testa) è a rischio. Situazioni che diminuiscono la capacità del rene di depurare il sangue, una degenerazione progressiva che comporta la sostituzione della funzione renale con la dialisi. Per questo è importante la prevenzione e l'informazione sui comportamenti da adottare per evitare la malattia. Individuando in tempo i sintomi, si evita che il paziente sia sottoposto a dialisi, pratica invalidante per il malato e costosa per il sistema sanitario».
In Trentino ogni anno si ammalano 70 nuove persone, un dato che è in linea con quello dei Paesi occidentali, dove l'incidenza è di 150 nuovi pazienti su 1 milione di persone. In totale il 6% della popolazione soffre di insufficienza renale e si calcola che il 10% della popolazione abbia un danno renale, ma spesso non lo sappia. Per chi è colpito da insufficienza renale, le soluzioni di guarigione sono due: o sottoporsi a dialisi per il resto della vita o affrontare un trapianto di rene. Commenta Giuliano Brunori: «La terapia ideale è il trapianto e nel 90% dei casi i pazienti sopravvivono. A distanza di 10 anni, sono vivi il 65-70%». In provincia di Trento si è raggiunto il positivo primato di trapianti rispetto al totale dei malati: i primi sono 256, contro i 250 in dialisi (51% contro il 49%). Nel resto d'Italia la percentuale è capovolta: 40% i pazienti con trapianto rispetto al 60% in trattamento dialitico. Dai primi interventi di trapianto, nel 1969, ben 414 trentini si sono sottoposti all'operazione che permette ai pazienti il ritorno di una vita «normale». Gli interventi sono eseguiti alla clinica Universitaria di Innsbruck (168) e al Nord Intalian Transplant di Milano e Verona (197). Traguardi raggiunti grazie alla presenza di neurochirurgia a Trento che ha permesso di assegnare gli organi donati ai pazienti trentini, senza dimenticare la professionalità di medici e personale di rianimazione e la generosità delle famiglie che hanno donato gli organi.













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