«Regione a costo zero, staffetta delle giunte»

La proposta del Pd: «Competenze legislative solo alle Province, resti luogo di raccordo sui grandi temi come sanità, ateneo, mobilità, energia e turismo»


di Chiara Bert


TRENTO. Una Regione senza funzione legislativa, con tutte le competenze alle Province di Trento e Bolzano e una “staffetta” non più solo tra i presidenti ma estesa alle giunte e agli uffici di presidenza, con un risparmio di qualche milione di euro. È l’impianto che il Pd propone per ripensare il ruolo di una Regione da tempo in crisi. L’ultimo segnale di impasse è stato quel rompete le righe del consiglio a fine mattinata, dopo aver trattato un’unica mozione: pessimo spettacolo di un consiglio troppo debole per continuare a discutere. Solo 4 o sedute in 5 mesi e una mozione dei Freiheitlichen che chiede di abolire l’ente.

«La pesante incongruenza - evidenzia il capogruppo provinciale del Pd Luca Zeni - è tra il trasferimento delle competenze alle due Province e l’aver mantenuto una struttura-apparato molto costosa anche per il personale politico. Occorre cambiare l’assetto». Qualche giorno fa era stato il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti a tornare all’attacco: «I trentini abbiano il coraggio di dire cosa vogliono fare di questa Regione, invece di continuare a subire».

È così che il tema dei costi della politica, che da mesi domina il dibattito, arriva ad investire in pieno anche il futuro dell’ente regionale. «L’attuale assetto è fuori tempo - continua Zeni - dobbiamo avere l’obiettivo di una Regione a costo zero. Ne abbiamo discusso con la Svp che condivide la necessità di intervenire. Quello che immaginiamo è di assegnare tutte le competenze residue alle due Province, facendo della Regione un luogo di raccordo politico per costruire relazioni sui grandi temi che investono entrambi i nostri territori e che oggi richiedono un’azione più ampia, dalla sanità all’Università, dalla mobilità all’energia, al turismo».

Per eliminare i costi il capogruppo del Pd indica la strada della “staffetta”: oggi riguarda i presidenti delle due Province, che si danno il cambio alla guida della Regione a metà mandato. «Va istituzionalizzata anche per le giunte e per gli uffici di presidenza», propone Zeni, «alla fine il conto sarebbe di di qualche milione di euro risparmiato». Tasto su cui aveva rilanciato qualche giorno fa anche il capogruppo dell’Italia dei valori Bruno Firmani: «Semplice, la Regione non esiste, quindi si dovrebbe lavorare gratis, come fanno i due presidenti».

Per modificare il ruolo della Regione serve naturalmente una revisione dello Statuto, processo non semplice riconoscono nel Pd, «ma i tempi lo impongono - insiste Zeni - è un dovere etico oltre che una priorità politica». Quanto alla strada da percorrere, un’ipotesi su cui si ragiona è quella di una commissione del consiglio, oppure di una convenzione con esperti nominati dal consiglio, a cui affidare un mandato con tempi certi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano