Referendum, ecco chi si è schierato

Dalle categorie economiche al mondo dello sport. Il rettore Collini per il sì, no di De Laurentis. E molti non si esprimono



TRENTO. Meno sette giorni al referendum costituzionale del 4 dicembre. Gli schieramenti politici sono noti da tempo. Per il sì alla riforma in Trentino è schierato il centrosinistra autonomista (Pd, Upt, Patt, Ual, Socialisti) ad eccezione dei Verdi. Per il no tutte le opposizioni (M5S, Lega Nord, Forza Italia, Civica Trentina, Progetto Trentino, Sel, L’Altra Trento a sinistra, Fratelli d’Italia). Ma fuori dalla politica? Ecco un rapido (e parzialissimo) stato dell’arte delle posizioni.

Nel mondo economico hanno annunciato che voteranno sì il presidente di Confindustria Giulio Bonazzi («L’Italia va cambiata, è un primo passo») e il presidente di Confcommercio Gianni Bort («Siamo un Paese bloccato che ha bisogno di riforme»), mentre il presidente dell’Associazione artigiani Roberto De Laurentis è «orientato per il no» («Non mi piace la legge elettorale con quel premio di maggioranza») così come il neopresidente dei commercianti di Confesercenti Massimo Gallo. Anche nel sindacato convivono posizioni diverse. Il segretario della Cgil trentina Franco Ianeselli si è espresso per il sì mentre la Cgil nazionale (così come diverse categorie locali) è schierata per il no: «Superare il bicameralismo paritario è un’occasione da non sprecare e la riforma è una garanzia per la nostra autonomia»). A livello nazionale la Cisl ha promosso la riforma ma il segretario trentino Lorenzo Pomini non dichiara il proprio voto: «Ma è importante che gli italiani vadano a votare per dare un segnale alla politica. Chiunque vinca non ci sarà l’invasione delle cavallette». Walter Alotti (Uil) ammette di essere ancora indeciso: «La Uil ha dato libertà di coscienza ed è un bene perché al nostro interno abbiamo una varietà di opinioni».

Voterà sì il rettore Paolo Collini: «Si può sempre fare meglio ma il nostro sistema ha un gran bisogno di semplificazione e la riforma propone un modello migliore dell’esistente». Autorevoli testimonial del no il costituzionalista Roberto Toniatti e il sostituto procuratore Pasquale Profiti («Questa riforma peggiora la qualità della democrazia»). Nel mondo sportivo voterà no il campione del ciclismo Francesco Moser: «Questa riforma è un pasticcio, avrei votato sì se avessero abolito il Senato». Per il sì invece il general manager dell’Aquila Basket Salvatore Trainotti e il presidente dell’Ac Trento Mauro Giacca, mentre la campionessa di tuffi Francesca Dallapè andrà a votare ma non si esprime in quanto affiliata ad un corpo militare che non si espone su questioni politiche. Per il sì anche l’alpinista Reinhold Messner («L’Italia ha bisogno di governi stabili»). C’è poi chi non dichiara il proprio voto, chi per non impegnare la propria categoria, dal presidente dell’Ordine dei medici Marco Ioppi a quello degli Ingegneri Marco Armani, al presidente dell’Arci Andrea La Malfa (che è anche nella segreteria Pd), chi per convinzione personale, come il direttore della Caritas Roberto Calzà e l’attore Andrea Castelli. Si è schierato invece per il sì, rivendicando la libertà di coscienza degli iscritti a fronte del no dell’Anpi nazionale, il presidente dell’Anpi trentina Sandro Schmid: «È un’occasione storica per innovare l’Italia».













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