Referendum Comunità di valle, oltre 4000 firme
Procede a ritmo sostenuto la raccolta delle firme avviata dalla Lega contro i nuovi enti
TRENTO. Oltre 4.000 firme, anzi quasi 4.500, sono state raccolte in quattro giorni per il referendum sull'abolizione delle Comunità di valle. Così la Lega Nord del Trentino, con il deputato Maurizio Fugatti e i consiglieri provinciali del partito a ormai più di un anno dalle elezioni dei rappresentanti istituzionali dei nuovi enti, con cui sono stati cancellati i Comprensori.
"Il conto - ha specificato Fugatti - è su quelle raccolte dai consiglieri e nei gazebo, ma mancano quelle raccolte nei Comuni". "Contiamo di raggiungere le 8.000 firme necessarie nel fine settimana - ha spiegato il consigliere Alessandro Savoi - per presentarle intorno al 20 gennaio e votare ad aprile".
Meno certezze al momento sulle 1.500 firme da raccogliere per il secondo quesito, sull'abolizione del Comun generale de Fascia, che devono essere prese tra i fassani. "Ma c'interessa soprattutto il primo, anche se la reazione della Procuradora con l'appello a non firmare dà il peso di quanto stiamo dando fastidio" hanno detto i leghisti.
"E' una menzogna - hanno sottolineato poi all'unisono - che si crei una confusione istituzionale nel caso di abolizione delle Comunità via referendum, come invece sostengono il presidente della Provincia autonoma, Lorenzo Dellai, e l'assessore provinciale competente sugli Enti locali, Mauro Gilmozzi. La confusione semmai l'ha creata chi ha fatto le Comunità di valle".
"In assenza delle Comunità di valle i Comuni tornerebbero a fare cio' che hanno sempre fatto. E in ogni caso abbiamo depositato un disegno di legge con una proposta alternativa lo scorso ottobre, che chiederemo presto di calendarizzare in Consiglio. L'Aula è fatta per questo. In ogni caso siamo disposti a ragionare con le altre forze politiche e Dellai stesso dovrebbe preoccuparsi di formulare proposte di legge adeguate" hanno aggiunto i consiglieri provinciali della Lega Nord.
La proposta leghista, come riassunto dal primo firmatario del disegno di legge, Claudio Civettini, e dagli altri consiglieri è in sostanza "di favorire sì unioni e collaborazioni tra i Comuni per la fornitura di servizi ai cittadini, ma non facendole cadere dall'alto come con l'istituzione delle Comunità di valle, che tolgono competenze e soldi ai Comuni e non certo alla Provincia".
"Del resto - ha evidenziato Fugatti - anche la normativa nazionale fa salvi dalle fusioni persino i Comuni sotto i 1.000 abitanti, se dimostrano di riuscire ad adempiere alle proprie funzioni mantenendo i costi standard. E su questo sta lavorando meglio di Trento il Consorzio dei Comuni della provincia di Bolzano. E una profonda differenza con la normativa nazionale, che invece Dellai e Gilmozzi sostengono paragonabile a quella trentina, è nell'attenzione ai costi della politica. Le fusioni dei Comuni previste dal Governo prevedono lo scioglimento delle Giunte, mentre le Comunità di valle no".