Reddito di garanzia, troppi furbetti

Giro di vite nei controlli e meno soldi a chi non si impegna a cercare lavoro


Robert Tosin


TRENTO. Ora basta, chi fa il furbo sarà depennato vita natural durante dai beneficiari di un aiuto da parte della Provincia. E' successo che da una verifica puntuale tra i 3 mila beneficiari del reddito di garanzia si è scoperto che diverse dichiarazioni erano fasulle. E quindi lo "stipendio" di sussistenza veniva intascato anche da chi non aveva i requisiti per farlo. A questo punto l'assessore Ugo Rossi ha deciso di correre ai ripari correggendo la disciplina in materia: fuori dai benefici chi ha dichiarato il falso e reddito ridotto progressivamente a chi non trova lavora.

«E' un modo per responsabilizzare maggiormente - ha detto l'assessore Rossi - chi gode di questo beneficio. In modo particolare cercheremo di raccordare sempre di più il reddito di garanzie con le politiche attive del lavoro». In pratica si incentiverà maggiormente chi si impegnerà a trovare un'occupazione, evitando così di adagiarsi su una deriva che rischia di portare inevitabilmente all'assistenzialismo. E' un atteggiamento questo che va evitato. Non è un caso che welfare e politiche del lavoro finiranno, nella riorganizzazione burocratica della Provincia, in un solo dipartimento.

L'obiettivo è quello di rendere dinamici i due elementi, intervenendo dove ce n'è bisogno ma senza creare disparità di trattamento o peggio ancora uno spreco di risorse. Ecco che il reddito di garanzia diventa uno strumento importante se accompagnato però da un forte incoraggiamento al beneficiario, il quale deve capire che la sua condizione deve essere temporanea.

D'altro canto è però necessario che l'ente pubblico accompagni la ricerca di lavoro con opportuni strumenti su questo fronte. In presenza di queste possibilità il beneficiario deve dunque dimostrare con i fatti che intende cambiare al più presto la sua condizione, attivandosi nella ricerca di un'occupazione. Il giro di vite è dunque la conseguenza più immediata di una politica di questo tipo, così come i controlli più severi su ogni pratica trattata. Già oggi è previsto un confronto incrociato fra i redditi dichiarati e il livello dei consumi dei richiedenti l'assegno.













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