Raid dei vandali nella nuova scuola di Noriglio: fiamme e danni
Blitz all’alba nel cantiere della discordia: incendio doloso e scritte farneticanti. L'assessore Manfredi non crede alla pista 'politica': è il gesto di uno squilibrato. Ventimila euro di danni e ritardi sui lavori
ROVERETO. Le roventi polemiche dei giorni scorsi sul destino degli scolari di Noriglio non aiutano a fare chiarezza sull'incendio scoppiato ieri mattina nel cantiere della discordia. Fuori di dubbio il dolo, anche le modalità del rogo - con rotoli di materiale isolante strappato dalle tubature dei servizi e fatto a pezzi - indicano l'inequivocabile volontà di recare danno. Ma le farneticanti scritte lasciate sui muri fanno pensare al gesto di uno squilibrato.
L'intervento dei pompieri è scattato subito dopo l'allarme, attorno alle 6.30. Gli ignoti sabotatori hanno rotto il lucchetto che chiude il cancello e sono entrati nel cantiere facendo a brandelli i fogli di materiale isolante che la Ediltione Spa, ditta appaltatrice dei lavori, aveva fatto stendere come coibentazione delle reti impiantistiche. All'esterno hanno invece dato alle fiamme i pannelli di materiale isolante già posato, danneggiando anche vetri e infissi. Poi con vernice spray hanno imbrattato i muri interne con scritte dal significato oscuro («Io vi controllo. A cosa serve tentare resistenza?» oppure «Pensate veramente che questo cumulo di pietre possa fermarmi?») e anche dei simboli para-satanisti (la stella a 5 punte inscritta nel cerchio con al centro la croce rovesciata), che creano ulteriore confusione sulla matrice del gesto.
Leone Manfredi, assessore ai lavori pubblici, ha voluto vedere di persona il cantiere violato e dal sopralluogo si è fatto un'idea dell'accaduto: «Ritengo che le polemiche sulla scuola non c'entrino nulla, come nemmeno una rappresaglia di qualche ditta esclusa dalla gara d'appalto. Mi sembra di più la sconclusionata reazione di una persona con problemi psichici che un sabotaggio di matrice politica. Un'interpretazione che anzi mi sento di escludere». Dell'episodio si occupano sia i carabinieri che il commissariato.
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