«Questa non è vita, dateci le microaree»

Viaggio nei campi nomadi abusivi vicino alla Motorizzazione e a Spini di Gardolo


Martina Bridi


TRENTO. Non aspettano altro. Loro, i sinti, nelle microaree ci si trasferirebbero anche domani. Vivere nei campi abusivi significa vivere senza servizi igienici adeguati, né corrente elettrica e riscaldamento. Uno stile di vita insostenibile e poco dignitoso. Ma la creazione delle microaree, dove potrebbero trovare sistemazione definitiva tutti i nomadi che attualmente stanno nei campi abusivi, da quella che sembrava una certezza lentamente si sta mutando in mera illusione.

Il progetto esiste, ma è fermo. «Secondo la prima bozza del progetto proposto dall'amministrazione comunale, nelle microaree dovrebbe esserci una zona centrale comune con cucina e servizi igienici circondata da roulotte - spiega Alessandro Held, membro della consulta Sinti e Rom -. Noi lotteremo invece per una soluzione come Lana, dove ogni famiglia è stata sistemata in una casetta con luce, acqua corrente, bagno e cucina». Come lui, anche Mirco Gabrielli, vicepresidente dell'associazione Nevo Drom, non vede l'ora di abbandonare il campo abusivo per poter vivere dignitosamente in un luogo dotato dei servizi.













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