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Pvb, licenziamenti più vicini: è sciopero

A rischio 81 posti. Terragnolo della Fiom: «Nessuna apertura dall’azienda». Lunedì i lavoratori incroceranno le braccia



TRENTO. Lo spettro dei licenziamenti si fa più vicino per 81 dei 189 dipendenti della Pvb Solutions, una delle due società della galassia Pvb finita in concordato.

È andato male l'incontro di ieri tra la proprietà, la Energon Esco di Modena, e il sindacato, che ha proclamato una giornata di sciopero per lunedì. Al tavolo, nella sede del servizio Imprese della Provincia, Manuela Terragnolo, segretaria della Fiom, assieme ai colleghi di Lombardia e Veneto (l'azienda ha sedi produttive anche lì) e l’amministratore delegato del gruppo Gianluca Zanivan.

«L'azienda il 2 di luglio ha aperto una mobilità per 81 persone: siamo ancora in trattativa ma dopo due incontri c'è addirittura un peggioramento del clima. Non c'è un vero confronto e non si coglie una volontà di dialogo», spiega Terragnolo. «Il sacrificio è grandissimo sia in termini di posti di lavoro che per le condizioni di chi rimane: vogliono una pesante riduzione del salario, attorno al 25%».

Il sindacato ha tentato una mediazione ma l'atteggiamento dell'azienda - continua la segretaria della Fiom - «è molto impositivo. Noi puntiamo a ridurre gli esuberi, ottenere delle uscite volontarie incentivate e capire se l'azienda sia in grado di produrre in maniera adeguata anche dopo una riduzione del personale così importante».

La situazione si fa sempre più difficile per i lavoratori. La procedura di mobilità ha una durata massima di 75 giorni, il che significa che «da metà settembre l'azienda, anche senza accordi, potrebbe procedere ai licenziamenti».

La mancanza di un dialogo costruttivo ha spinto il sindacato a proclamare lo sciopero, di 8 ore, per lunedì: «Ci troveremo davanti all'azienda, in via Sestan 3, a lato del Magnete. Ci saranno anche lavoratori dal Veneto», puntualizza Terragnolo, che aggiunge: «Chiediamo alla collettività di sostenerci in questa lotta».

Il gruppo di Modena, attivo nel settore delle centrali di cogerenazione, si era mostrato pronto a investire in un piano di rilancio da 3 milioni di euro e a pagare parte dei debiti attraverso un piano concordatario già presentato al giudice, ma a inizio luglio Zanivan aveva parlato di tagli indispensabili sul fronte occupazionale: «Dai 20 ai 30 lavoratori sono occupati nella nostra controllata di Rovereto che fa impianti», aveva precisato. «Siamo già in trattativa per cedere quest'azienda e quindi gli esuberi potrebbero ridursi in maniera significativa. Però il sacrificio degli altri sarà necessario. C'era il rischio concreto di fallire».(l.m.)













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