Provincia, tagli per 213 milioni di euro

È l’obiettivo per il 2017, quest’anno siamo a quota 53 milioni. Sostituito un dipendente su tre. E gli uffici diventano «mignon»


di Luca Marognoli


TRENTO. Non ne avranno a male i dipendenti provinciali se per contribuire a far quadrare i bilanci dovranno lavorare in uffici più piccoli, dove magari non ci sta la pianta di ficus ma solo l’orchidea sulla scrivania. La spending review della Provincia, contenuta nel “Piano di miglioramento” della pubblica amministrazione datato 2010 - consentirà un risparmio di 213 milioni entro il 2017 e di 53 milioni solo quest’anno. «Siamo una delle poche provincie che il piano l'ha costruito 2 anni fa - rimarca l’assessore Mauro Gilmozzi -, lo sta applicando e raccoglie i frutti».

Risparmi ottenuti non solo usando le forbici, ma anche semplificando la burocrazia e andando incontro al cittadino, che su internet può compilare moduli e richiedere contributi. Ma soprattutto ridimensionando la macchina amministrativa, attraverso il blocco del turn-over (dei 430 dipendenti che andranno in pensione da qui al 2017, 320 non saranno sostituiti: praticamente due su tre) e a una serie di accorgimenti all’insegna della sobrietà.

Il personale. Partiamo da quanto si è già fatto. I dipendenti provinciali (dal comparto amministrativo alla scuola, dai comuni alla sanità) si attestano oggi a quota 4.400, con una flessione dell’1% che però - sottolinea l’assessore - è avvenuta sia riducendo nel contempo gli incarichi di collaborazione - scesi dai 259 del 2008 ai 33 del luglio 2013 - sia assorbendo i “tempi determinati”, che nello stesso periodo sono passati da 141 a 32 (con un calo del 72%). Ciò fa sì che nel 2013 sia questa la seconda voce di risparmio più consistente, con 16 milioni e 334 mila euro. Nel computo sono compresi anche elementi accessori, come la limatura degli straordinari e delle trasferte.

Le strutture. Il percorso di riorganizzazione (deliberato il 31 marzo del 2012)ha già portato a un dimezzamento delle strutture di primo livello, scese da 25 a 12. In passato esistevano una segreteria generale, un’avvocatura, 15 dipartimenti, 5 agenzie e 3 incarichi dirigenziali; ora ci sono una direzione generale, l’avvocatura e 10 dipartimenti. Quanto al secondo e terzo livello, la riduzione è stata dell’8%, con un passaggio da 290 a 266: nel dettaglio, i servizi sono oggi 56 (ieri 60), le agenzie 12 (prima 14) e gli uffici 198 (in passato 216).

Gli spazi. Meno lavoratori, dunque, ma anche più “stretti”. La razionalizzazione degli spazi ha permesso a Piazza Dante di trattenere nelle proprie casse 700 mila euro. «Le strade seguite sono state tre», afferma Gilmozzi. «Prendere in affitto edifici efficientati energeticamente (ottenendo una fortissima riduzione dei costi del riscaldamento), dimezzare gli “spazi persona” e sfruttare il fatto che oggi gli affitti costano la metà». I provinciali si tranquillizzano: non si troveranno a lavorare in sgabuzzini o sottoscala, però dovranno dire addio ai maxi-uffici di oggi. «Verranno rispettati i parametri standard - precisa l’assessore - che non saranno più, tuttavia, quelli che risultano dall'attuale ricognizione».

Acquisto di beni e servizi. Di poco sopra a quella del personale, è questa la voce che quest’anno consente la maggiore economia di spesa: 16 milioni e 703 mila euro. «Cruciale - dice Gilmozzi - è stata l'istituzione dell'Agenzia provinciale per gli appalti e contratti, una sorta di Consip proviciale. Ma contano molto anche le gestioni associate».

Spese discrezionali. Non si tratta di semplici spese di rappresentanza, ma di un grande calderone che comprende - dice Gilmozzi - «convegni, eventi, ospitalità, in parte anche consulenze». La somma risparmiata complessivamente è di 7 milioni e 281 mila euro: non poco.

Enti funzionali e altre voci. Istituti come Itea, Apt e musei hanno portato in dote altri 6 milioni e 628 mila euro, la razionalizzazione della spesa pubblica 2,5 milioni, la gestione di strutture Ict 2,2 milioni, altri enti strumentali e fondazioni 1,8 milioni, Università e Camera di commercio 1,2 milioni e il risparmio in conto capitale 2 milioni.

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