Provincia, partono i pre-pensionamenti
Uscita anticipata dal lavoro (fino a 7 anni) per 400 dipendenti: manovra su base volontaria per aprire spazi ai giovani
TRENTO. Per i dipendenti provinciali è in arrivo una nuova ondata di prepensionamenti, con l’obiettivo di abbassare l’età media dei dipendenti, di snellire la macchina amministrativa e di garantire l’ingresso nel mondo del lavoro alle giovani generazioni. La manovra sul personale - che dovrà essere illustrata a breve ai sindacati - è stata predisposta nei mesi scorsi e dovrebbe essere inserita nella prossima finanziaria per avere effetto a partire dal 2018.
A differenza di un tentativo di prepensionare oltre 300 dipendenti che non è andato in porto un paio di anni fa, quando non vennero risolti alcuni rilievi mossi dall’Inps, ora si tratta di una manovra su base volontaria: chi è in vista della pensione (ma in realtà si tratta di una finestra molto ampia che può raggiungere i 7 anni) potrà lasciare il posto di lavoro, contando sul pagamento dei contributi volontari da parte della Provincia. Quanti approfitteranno di questa possibilità? Impossibile avere una risposta, ma di fatto saranno comunque i lavoratori che avranno la possibilità di farlo, potendo contare su altre entrate familiari o comunque su patrimoni personali per compensare la mancanza dello stipendio.
L’ipotesi della Provincia prevede la possibilità di incentivare l’uscita dall’amministrazione per circa 100 persone all’anno nei prossimi 4 anni, per un totale quindi di circa 400 dipendenti. Nel contempo è prevista l’assunzione di 50 giovani all’anno, con un rapporto dunque di un ingresso ogni due uscite (il turn-over normale applicato in questi anni è stato di 1 a 10).
Alla fine l’amministrazione provinciale – che fino a qualche anno fa contava su oltre 4 mila dipendenti e ora è assestata a quota 3.800 - dovrebbe essere “dimagrita” fino a una dimensione, ritenuta ottimale, di circa 3.400-3.500 dipendenti. Ma soprattutto dovrebbe essere diminuita l’età media dei dipendenti provinciali che attualmente è di circa 51 anni e rappresenta un problema in determinati settori in cui sono richieste nuove competenze e attitudini.
Gli uffici provinciali si sono occupati di verificare la “tenuta giuridica” dell’operazione, che è differente rispetto all’operazione che si era bloccata nello scorso biennio. Quanto alla copertura finanziaria, dipenderà dal numero di dipendenti che approfitteranno della possibilità di uscita e - secondo i calcoli dell’amministrazione provinciale - dovrebbe essere compensata nel medio periodo dal risparmio sugli stipendi e dall’abbassamento del costo del lavoro grazie all’ingresso di nuovi dipendenti che hanno un costo del 60 per cento circa rispetto ai colleghi più anziani.
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