Provincia, nuova stretta su pausa caffè e timbro cartellino
Piazza Dante accelera nel contratto del pubblico impiego Ai 32 mila dipendenti pubblici 80 euro in più in busta paga
TRENTO. La Provincia vuole introdurre nel nuovo contratto del pubblico impiego le nuove norme contro i «furbetti del cartellino» previste dalla legge Madia: iter accelerato, sospensione entro 48 ore e licenziamento entro un mese nel caso di prove schiaccianti, come foto e video, a carico del lavoratore assenteista. La proposta è stata avanzata dall’Apran nella trattativa con i sindacati che ieri ha avuto una nuova tappa in vista della chiusura del contratto annunciata per metà novembre. I sindacati frenano: «Giusto punire chi non si comporta correttamente - dichiara il segretario della Fp Cgil Giampaolo Mastrogiuseppe - ma sospendere il lavoratore prima ancora di sentirlo mi sembra troppo penalizzante». «Serve cautela, c’è già un contratto in essere e non dobbiamo per forza essere sempre i primi», insiste Pierachille Dalledonne, segretario della Fp Cisl.
Le nuove regole sulla falsa attestazione di servizio si incrociano con la questione della pausa caffè dei provinciali. La circolare del dirigente del personale Luca Comper, entrata in vigore il 1° luglio scorso, ha introdotto la stretta: pausa autorizzata per un massimo di 15 minuti, con l’obbligo di timbrare il cartellino. Ma la novità incide naturalmente sull’orario di lavoro, con l’obbligo di recuperare i minuti di pausa. E ora l’obbligo di disciplinare contrattualmente la pausa incontra dei problemi. Il Comune di Trento ha già detto che a loro non va bene, perché in orario di lavoro i dipendenti di Palazzo Thun non escono dalle strutture (il caffè è assicurato dalle macchinette interne). «Potremmo essere d'accordo - spiega il segretario - basta che la cosa si applichi indistintamente a tutti i dipendenti e non diventi motivo di disuguaglianze. La cosa vale a partire dall'orario: non può essere solo 9 - 12, visto che ci sono lavoratori che hanno turni pomeridiani o notturni. Il principio in sé è accettabile: chi ha bisogno di un quarto d'ora esce timbrando e recupera il tempo, in maniera tracciabile».
Stipendi. I sindacati rivendicano un primo successo: le buste paga dei 32 mila dipendenti pubblici saranno aumentate di circa 80 euro, pari a un 4% medio rispetto al 3% proposto nel primo incontro. «Registriamo un passo avanti anche sulle progressioni», evidenziaMastrogiuseppe, «la Provincia è pronta a sostenere subito quelle dalla prima alla seconda. Resta da chiarire come saranno gestite le altre; due le ipotesi: o anticipare al 2017 le risorse del 2018, per provvedere a regolarizzare tutte le progressioni, oppure progressioni garantite, a tutti coloro che abbiano maturato i requisiti, entro la fine del 2018». Dalledonne definisce l’incontro di ieri «interlocutorio»: «C’è un’apertura del presidente Rossi sull’anticipo delle risorse al 2017. Quanto alle progressioni di prima e seconda fascia, per noi si tratta di un atto dovuto».
Valutazione. Altro nodo critico. «Ancora una volta insistiamo per valutazioni fatte sul team e non sui singoli», incalza la Fp Cgil. La Provincia vorrebbe calcolare la produttività destinano il 75% delle risorse agli obiettivi generali e il 25% a quelli specifici. «Noi proponiamo di cambiare le percentuali in 90 e 10, chiarendo che se non vengono individuati obiettivi specifici le risorse vengano comunque liquidate, e di concordare gli obiettivi specifici. Il sistema proposto dalla Provincia avrebbe riflessi anche sulle progressioni: inaccettabile». E sui premi Mastrogiuseppe puntualizza: «Considerato che il dirigente raggiunge sempre il suo obiettivo, la valutazione dei sottoposti, che contribuiscono fattivamente a quel risultato, va agganciata alla sua».
©RIPRODUZIONE RISERVATA