Progettone, lavori (quasi) esauriti

Gli esperti: «Mercato saturo». Il dirigente: «Difficile occupare le donne»


Luca Petermaier


TRENTO. «Ad oggi i tempi di attesa sono quasi nulli, ma siamo alla saturazione. Il progettone non può più occupare altri lavoratori senza una preventiva riforma». L'allarme arriva dai funzionari della Provincia ed è ribadito da Enzo Coppola, del servizio valorizzazione ambientale: «Dobbiamo intervenire. Ormai facciamo fatica a trovare degli impieghi per le donne».

La Provincia di Trento finanzia - ad oggi - un esercito di poco meno di 3000 lavoratori che senza l'intervento pubblico sarebbero - di fatto - disoccupati. Oltre ai 1300 circa del Progettone vanno contati anche i circa 1400 tempi determinati della cosiddetta «Azione 10», misura che offre lavori socialmente utili a persone che hanno perso l'occupazione.  Se mettessimo tutte queste persone nelle file dei disoccupati è probabile che il tasso di disoccupazione provinciale si alzerebbe almeno di mezzo punto, o forse più.

«E' necessario calmierari gli ingressi - spiegano i responsabili del progettone - e infatti Provincia e sindacati hanno avviato un tavolo di lavoro per studiare alcune misure in grado di limitare l'accesso».  Ieri abbiamo spiegato che - all'ordine del giorno - delle misure ci sono già. Ad esempio togliere la possibilità di sommare i due anni di permanenza nelle liste di mobilità all'età minima per accedere al Progettone. Oppure innalzare la quantità di contributi, facendola passare da 10 a 15 anni. O, infine, chiedere anche alle imprese di contribuire al finanziamento della misura che - ad oggi - costa alle casse della Provincia una cifra vicina ai 40 milioni di euro.

Il ritorno economico è difficile da quantificare, ma c'è. Senza gli uomini del Progettone il Mart faticherebbe ad organizzare mostre, nè il Trentino potrebbe contare su una rete di piste ciclabili così all'avanguardia che ogni anno attrae milioni di «ciclo-turisti».  Il fatto è che il sistema è quasi al collasso. Gli ambiti in cui occupare i disoccupati del Progettone sono tanti ma non infiniti, come pure le cooperative che li richiedono.

«Il mercato è saturo» - confermano in Provincia. «Se a questo aggiungiamo che lavoro ce n'è sempre meno e che le pensione vanno in pensione sempre più tardi si capisce che il sistema, senza interventi, non può reggere».  E così la Provincia rischia di avere alle proprie dipendenza un esercito senza lavoro: «Siamo in difficoltà - conferma Enzo Coppola del Servizio conservazione della natura e valorizzazione ambientale - soprattutto per le donne. La manodopera femminile diventa sempre più difficile da collocare».













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