Prodotti tipici registrati: Trentobatte Bolzano 109 a 92

La provincia di Trento batte quella di Bolzano sui prodotti tradizionali: 109 a 92. Lo stesso vale per i marchi Dop e Igp che in Trentino sono stati assegnati a sette specialità, mentre in Alto Adige a due. L’elenco è stato aggiornato dal Ministero



TRENTO. La provincia di Trento batte quella di Bolzano sui prodotti tradizionali: 109 a 92. Lo stesso vale per i marchi Dop e Igp che in Trentino sono stati assegnati a sette specialità, mentre in Alto Adige solamente a due. L’elenco è stato aggiornato dal Ministero: in Italia i prodotti tradizionali sono in aumento, più di 4.500. Prima la Toscana (463), seguono Veneto e Lazio (367).
Sono dunque 109 i prodotti tradizionali trentini inclusi nell’elenco stilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ed aggiornato nel luglio 2010. La nostra provincia supera, per quantità di specialità, i cugini bolzanini che arrivano invece a 92 unità: le cause di questo divario possono essere molte - spiegano i tecnici - magari per una maggiore varietà di prodotti (basti pensare a quante tipologie di formaggio presenta il Trentino) o forse solo per un minore attivismo nella presentazione delle domande. Non è infatti difficile entrare in lista, basta manifestare il proprio interesse alla Provincia e rispettare i criteri di territorialità e tradizione.
In totale le tipicità regionali italiane sono 4.511: al primo posto troviamo la Toscana (463 specialità), seguita da Veneto e Lazio (367). A livello nazionale si è registrato un incremento di 40 nuove specialità incluse nelle liste, mentre per quanto riguarda il Trentino il numero è invariato dal 2006, quando sono entrati a fare parte dei prodotti della tradizione il burro, il burro di malga trentino e la luganega.
L’elenco dei prodotti tradizionali, redatto per ogni regione e, nel nostro caso, per provincia, tutela le biodiversità a tavola e diffonde la conoscenza di prodotti tradizionali ormai in via di estinzione. Accanto a questi esistono inoltre i prodotti Dop (di origine protetta) e Igp (indicazione geografica protetta) che al momento in Trentino sono sette: la mela della val di Non, il Grana Padano - Trentingrana, l’olio del Garda trentino, la Spressa delle Giudicarie, la Mortadella Bologna, l’Asiago, il Provolone Valpadana. Gli ultimi due formaggi, pur non essendo trentini, sono prodotti in alcuni caseifici della zona.
Nel prossimo anno, ad essere “promossi” dalla lista dei prodotti tradizionali alla Dop saranno la susina di Dro, le trote e i salmerini del Trentino. Anche il Puzzone di Moena ha avviato la procedura presso il Ministero. Non sono invece state presentate nuove domande per l’introduzione di nuovi prodotti tradizionali, ma i termini sono ancora aperti fino al 31 marzo, per inviare i documenti entro il 12 aprile al Ministero. In Alto Adige i prodotti Dop e Igp sono invece due: lo Speck e il formaggio stelvio.
La denominazione di “prodotto tradizionale” è assegnata a produzioni legate ad un territorio delimitato e che abbiano una tradizione storica di almeno 25 anni. Il marchio permette a specialità prodotte in quantitativi molto limitati (come ad esempio la Ciuiga del Banale) di non essere dimenticati e, non ultimo, per permettere deroghe sanitarie alla produzione di certi alimenti come ad esempio il Pecorino di fossa, che viene stagionato appunto in una fossa, nel rispetto dei parametri igienici. Accade anche che alcuni dei prodotti certificati non siano in realtà in commercio: così è per i Basini de Trent, una ricetta di cento anni fa.

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