Procura, pugno duro: profughi tutti in cella

Ieri il Gip ha convalidato gli arresti e applicato la custodia cautelare. E in Comune opposizioni contro il sindaco: «Problema sottovalutato»



TRENTO. Restano tutti in carcere i protagonisti della guerra per bande di domenica pomeriggio. Ieri pomeriggio tre gip, Michele Maria Benini, Francesco Forlenza e il presidente della sezione penale del Tribunale Guglielmo Avolio, applicato per l’occasione, hanno lavorato a pieno ritmo per l’udienza di convalida dei 25 arrestati. Alla fine del pomeriggio hanno convalidato l’arresto di 22 centroafricani profughi dalla Libia. A tutti questa è stata applicata la misura cautelare dell’arresto in carcere che era stata chiesta dal pubblico ministero Maria Colpani. Oggi si terrà l’udienza di convalida per gli ultimi due centroafricani arrestati e per il marocchino finito in carcere sempre domenica, ma per spaccio di droga. Ieri il gip del Tribunale dei minori ha anche convalidato l’arresto dei due tunisini minorenni anche loro bloccati nell’ambito degli scontri di domenica. Per tutti le accuse sono si resistenza a pubblico ufficiale aggravata per l’uso delle armi e per il numero superiore a cinque di persone coinvolte, rissa aggravata dall’uso delle armi, lesioni e porto abusivo di armi improprie. Per i tre gip ci sono le esigenze cautelari del pericolo di reiterazione del reato e la pericolosità sociale dei 22 immigrati comparsi ieri davanti a loro. Questo nonostante il fatto che si tratti di persone incensurate. La pericolosità sociale è stata dimostrata dagli uomini della squadra mobile della polizia, coordinati dal vicequestore Roberto Giacomelli, che ieri hanno consegnato ai magistrati un corposo dossier nel quale venivano ricostruiti i fatti di domenica anche attraverso una lunga serie di fotografie. Si tratta di foto scattate dalle telecamere che sorvegliano piazza Dante e che hanno permesso di individuare le responsabilità degli arrestati.

Le immagini sono relative soprattutto alla parte iniziale dei disordini di domenica, ovvero la rissa in piazza Dante. Undici delle persone arrestate vengono ritratte con delle armi improprie in mano. Gli altri si vedono mentre sono nel gruppo che mena le mani e si sfida con i tunisini e gli altri nordafricani. Il lavoro di ricostruzione degli inquirenti è stato certosino. Alle fotografie sono state aggiunte anche le testimonianze degli agenti e dei carabinieri che sono intervenuti per calmare i facinorosi.

Con una mole così consistente di prove, ai profughi non restava altro da fare che confessare. Tutti, tranne uno che si è avvalso della facoltà di non rispondere, anche perché nele foto viene ritratto mentre brandeggia un coltellaccio, hanno ammesso di aver menato le mani. Ma tutti hanno detto anche di essersi difesi dagli attacchi dei tunisini. Hanno spiegato che da giorni i nordafricani ce l’avevano con loro, in particolare da quando i centroafricani avevano inseguito un tunisino che aveva rubato il portafoglio a uno di loro fino a piazza della Portela. Adesso i profughi resteranno dentro. I loro avvocati, tra i quali Elena Biaggioni, hanno annunciato ricorso al Tribunale del riesame.

Com’era ovvio il tema ha riempito anche le aule politiche. Ieri è toccato al consiglio comunale affrontare l’argomento e si è potuto verificare subito quanto la città abbia preso gli episodi di domenica come una ferita. La richiesta del pugno di ferro è arrivata dai banchi della maggioranza come da quelli dell’opposizione, trovando in questo l’appoggio del sindaco. Il quale ha parlato chiaramente di atti di delinquenza, che non hanno nulla a che fare con l’accoglienza. E quindi i responsabili vanno perseguiti ed espulsi dal territorio trentino. Particolarmente dura l’opposizione con Nicola Giuliano che ha puntato il dito contro la politica assistenzialista della giunta (e dell’assessore Plotegher in particolare). Si è parlato di telecamere (arriveranno in autunno e nel frattempo saranno utilizzate anche quelle già attive per il traffico, di maggiore presenza di divise in centro, del presidio della polizia all’ex Apt. La maggioranza ha chiesto anche un filo diretto per i cittadini chiamati a diventare “osservatori del territorio” e a trovare il modo di coinvolgere in lavori socialmente utili coloro che ricevono sussidi ma non hanno un’occupazione. Cassato dall’odg della maggioranza, ma presentato ugualmente da Armellini in polemica con la coalizione, il suggerimento del Patt: recintare piazza Dante come tutti i parchi delle grandi città. Il sindaco, pur nella sua consueta sobrietà, ha consapevolmente preso atto di quanto accaduto e non ha per niente minimizzato. E’ stata guerriglia, ha ribadito, e la reazione deve essere conseguente. C’è l’intesa con le autorità di polizia per incrementare la presenza di divise e di controlli in città.

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