Pro Loco e Dalrì lasciano Mercatini senza futuro

Stefani: «È mancata la promozione e l’apporto di associazioni e commercianti» Il patron: «Ci metto le idee gratis, ma attorno a me sento troppa gelosia»


di Roberto Gerola


PERGINE. Si è rotto il giocattolo del “Villaggio delle Meraviglie” attraverso il quale venivano promossi i mercatini di natale. Dopo tre anni sono venute alla luce tutte le criticità che sopivano. Morale, il “patron” Pier Dalrì ha lasciato e la Pro Loco lancia un aut aut: «O si cambia registro o lasciamo anche noi perché dopo tre anni da “operai” ne abbiamo abbastanza». Fondamentalmente, i commercianti partecipano in misura troppo limitata e non sostengono economicamente l’iniziativa come si dovrebbe e sembrano esserci anche “gelosie” tanto che sono sfociate in una raccolta di firme (tra commercianti) “contro” il ruolo del “patron”. Oltre a ciò, la promozione pubblicitaria è mancata, come sono mancate sinergie, collaborazioni, e intese. Ma anche il volontariato è mancato viste le estreme difficoltà incontrate per mettere insieme le 90 pedine necessarie alla tombola. Sono tutti aspetti questi emersi lunedì sera nella riunione del comitato organizzatore dei mercatini: Consorzio Operatori Pergine Iniziative, Pro Loco, Agenzia di pubblicità, amministrazione comunale (con Giorgio Girardi assessore alle attività economiche) e naturalmente il “vulcano” Pier Dalrì.

In sostanza, per quanto riguarda la Pro Loco, il presidente Paolo Stefani ci ha confermato quanto dichiarato in questa pagina all’indomani della conclusione dei mercatini, ancora due settimane fa. «La Pro Loco - dice Stefani - lavora per la comunità. Lavora come una squadra di operai, ma dopo tre anni di questo ruolo, sembra necessario, cambiarlo e poter dire la nostra, anche perché vediamo assenti ingiustificate alcune valide componenti della comunità perginese: i commercianti che aderiscono sono sempre meno, i baristi non ci sono se non in numero limitatissimo e oltre a non esserci economicamente criticano e sembra quasi che si dia loro fastidio. Che dire a questo punto? Noi non ci stiamo ad andare avanti così. Tanto più che anche le associazioni perginesi, salvo alcune, sono latitanti. Possiamo contare sugli alpini e Zock Gruppe, ma le altre decine e decine di società cosa hanno fatto per collaborare? Molte hanno lavorato sì ma per se stesse. E’ chiaro che i perginesi hanno vissuto quest’ultima edizione dei Mercatini, in maniere esemplare. Si sono affiancati ai visitatori esterni, partecipando in prima persona, apprezzando l’atmosfera e le proposte. Ma al di là della tombola, della Feuernacht, dell’Avvento, delle presenze mochene, non si sono state altre proposte significative. E sono anche mancate le promozioni».

Anche Pier Dalrì ha dato battaglia, anzi ha lasciato il campo. «Ci metto le mie idee gratuitamente, e lo faccio perché mi diverte: siamo in compagnia, ci confrontiamo, lavoriamo insieme. Ma vedo anche molte critiche nei miei confronti forse per gelosia e allora, grazie, è stato bello, ma addio».

Sull’altro fronte, gli sforzi dell’amministrazione comunale non hanno avuto riscontri. Dal Comune è arrivata una elargizione di 100.000 euro, contando il denaro e l’apporto lavorativo di cantiere e comprendendo anche la messa a disposizione gratuita delle casette. Ma non c’è stata risposta da commercianti e baristi (con questi ultimi ad avere il massimo della ricaduta). Con l’affitto delle casette si parla di un introito di 57.000 euro e poi il contributo sulla legge Olivi.

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