la cerimonia a smarano

Predaia abbraccia don Raimondo

Ingresso del nuovo parroco con due ali di folla ad accoglierlo



SMARANO. La domenica bagnata e nebbiosa non ha guastato la festa per l'ingresso di don Raimondo Mercieca nell'Unità pastorale della Predaia che oltre a Smarano comprende le ex parrocchie di Coredo, Tavon e Sfruz. Davanti alla chiesa, come vuole la tradizione, i parrocchiani avevano eretto un festoso arco sotto cui doveva sfilare la banda musicale con le autorità in attesa del nuovo parroco, ma alla fine tutto si è concentrato dentro la chiesa stracolma di gente.

«Parrocchia e Comune istituzioni che camminano fianco a fianco, sono orgoglioso accoglierla nella più piccola frazione di Predaia», ha detto il sindaco Paolo Forno citando il percorso di unità amministrativa oltre che pastorale che ha percorso le varie comunità dell'altipiano. Con la fascia tricolore per l'ultima il commissario straordinario di Sfruz, Marco Endrizzi ha fatto riferimento alla giornata elettorale in corso nel piccolo comune. «Una coincidenza singolare perché Sfruz oggi avrà contemporaneamente un nuovo parroco e un nuovo sindaco».

Don Raimondo – che in realtà era già da alcuni giorni in zona ospite nella rinnovata canonica di Smarano in attesa di trasferirsi in quella di Coredo lasciata libera del precedessore don Franco Torresani - in questo ingresso solenne è stato accompagnato dal decano di Cles don Renzo Zeni e dai sacerdoti residenti nei vari centri abitati della Predaia, ed è apparso commosso per l'accoglienza. «Non sono abituato a tanta solennità, ma ringrazio Dio che nonostante i miei limiti mi ha scelto come vostro pastore», ha esordito nella sua prima omelia da parroco in Predaia promettendo il cellulare acceso 24 ore su 24.Ha quindi ringraziato l'arcivescovo emerito Bressan e l'attuale Tisi per averlo accolto nella Diocesi tridentina, lui che è maltese e con professione religiosa nel Carmelitani. «Diventare prete diocesano dopo anni di convento non è stata esperienza facile, ma confido nell'aiuto del Signore e nel vostro», ha detto don Raimondo ringraziando il sindaco e il commissario per il caloroso benvenuto a nome delle rispettive comunità. Ha quindi salutato con molta cordialità, e forse con un pizzico di nostalgia, gli ex parrocchiani di Segonzano, Piazzo, Sevignano che hanno voluto accompagnarlo a Smarano per l'avvio della sua nuova esperienza pastorale. «Siete stati il mio primo amore, e quello non si scorda mai», ha detto rivolgendosi i fedeli cembrani assiepati in chiesa. Un accenno poi lo ha fatto alle sue origini maltesi, un'isola – ha sottolineato – benedetta da San Paolo che lì era naufragato nel suo viaggio verso Roma dove alla fine aveva trovato il martirio. La messa solenne è stata scandita dai cori congiunti di Coredo, Tavon, Smarano e Sfruz mentre sull'altare era schierata la banda musicale di Coredo con una davvero suggestiva coreografia. La festa dopo la messa è continuata nella palestra di Smarano (rinforzata sul piazzale da un ampio tendone) dove è stato servito il pranzo a tutta la popolazione e quindi gran finale nel pomeriggio nell'auditorium dell'Accademia di musica Celestino Eccher con il concerto del coro alpino Sette Larici. (g.e.)













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