Povo, Fabio Cagol direttore didattico, compie 90 anni 

TRENTO. Ha casa sul Doss Sant’agata, Fabio Cagol (foto), che ha vissuto tanti anni all’estero grazie ad una un’intensa carriera prima nella scuola, come direttore didattico e poi al consolato d’Italia...



TRENTO. Ha casa sul Doss Sant’agata, Fabio Cagol (foto), che ha vissuto tanti anni all’estero grazie ad una un’intensa carriera prima nella scuola, come direttore didattico e poi al consolato d’Italia nel Canton Berna e Canton Jura. Padre dell’artista Stefano non ha mai perso però le proprie

radici trentine, portando avanti un impegno anche nell’ambito della cooperazione e dell’

associazionismo, come socio della Cassa Rurale di Trento, o ad esempio da giovanissimo, all’interno delle Acli, dove conobbe anche la moglie: “in una gita al passo della Mendola nel 1947” ricordano. Oggi, a casa di Fabio Cagol sarà festa per i suoi 90 anni. Una vita intensa, grazie alla quale il figlio Stefano confessa di avere potuto allargare la propria visione sul mondo. Lo sguardo fuori dal Trentino Fabio Cagol l’ha spinto subito dopo la maturità conseguita al liceo

“Prati” quando iniziò a lavorare come insegnante in Alto Adige e dove rimase per oltre dieci anni e dove fu anche consigliere comunale a Silandro. Allo stesso tempo studiava pedagogia a Padova; era uno studente lavoratore dopo che entrambi i suoi genitori erano morti

prematuramente. Con la tesi sul tedesco Johann Baptist Graser, i viaggi di studio e lavoro a Berlino e Colonia consolidò la sua conoscenza della lingua tedesca tanto da diventare perfettamente bilingue. Dopo avere svolto il ruolo di direttore didattico in Alto Adige, in Trentino e a Trento in istituti come le “Crispi” e le “Verdi”, lavorò all’Ambasciata d’Italia in

Svizzera a Berna dal 1973 e quindi, dal 1975, come dirigente scolastico al Consolato d’Italia con la direzione di tutto il Canton Berna e il Canton Jura. Ha occupato questa posizione fino al pensionamento, salvo alcuni brevi periodi a

Trento e a Friburgo nella vicina Germania. Nel 1995 quindi riceve la medaglia

d’oro dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.















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