Post sisma, il Trentino pronto a «curare» le strade
Per i tre cinofili ad Amatrice ieri bonifica in un borgo raggiungibile solo a piedi
TRENTO. Hanno cercato per ore anche ieri pomeriggio, bonificando una piccola frazione irraggiungibile con i mezzi meccanici. Un lavoro meticoloso ma necessario per assicurarsi che lassù, lontano dalle principali vie di comunicazioni, nessuno fosse rimasto vittima del violento terremoto di mercoledì notte in centro Italia. Una rassicurazione - nessun cadavere - che i cinofili trentini hanno potuto dare alla protezione civile dopo un accurato controllo. «Abbiamo lavorato nel sito - spiega Gabriele Castaman, uno dei tre conduttori trentini in questi giorni “di turno” nella provincia di Rieti - e non abbiamo trovato nessuno. Ci hanno affidato questa frazione che non era neppure segnata sulle cartine perché (e lo dice sorridendo) siamo trentini e quindi abituati a camminare. Il piccolo borgo, infatti, non è raggiungibile con i mezzi e quindi ci siamo arrivati a piedi dopo una bella camminata». Più difficile il ritorno nel campo - ad Amatrice - per i trentini. «È franata un pezzo di roccia ed è finita sulla strada e quindi siamo qui in attesa che venga “riaperto” il passaggio». Un lavoro meticoloso e difficile quello dei cinofili che sono arrivati giovedì sera poco prima di mezzanotte ad Amatrice dando il cambio ai colleghi mandati sul luogo della tragedia poche ore dopo il sisma. Ora al lavoro ci sono Pierluigi Morandini (con Jurka), Gabriele Castaman (con Dalca) e Massimo Stefani (con Niger).
E il loro arrivo ad Amatrice non è stato dei più tranquilli. «Ci sono scosse in continuazione - racconta Castaman, che lavora come impiegato e quando è stato chiamato ad operare fra le macerie ha preso qualche giorno di ferie - ma la più forte è stata questa mattina (ieri, per chi legge, alle 6.28 di magnitudo 4.8) che ci ha fatto lateralmente rimbalzare sulle brandine. Non è tanto per dire ma è stato proprio così. Si è sentito un boato e poi il movimento tanto forte da farci saltare giù dalla brandina. E poi per tutta la giornata ci sono state delle scosse. Qui la gente a quelle meno intense non ci fa neppure caso ma noi che veniamo da una zona non sismica, le avvertiamo quasi tutte». L’immagine che probabilmente il cinofilo porterà sempre con sè è quella dell’arrivo, di notte. «C’erano macerie e ruspe, il tutto nel silenzio più assoluto e illuminato da fotocellule. Un scena quasi spettrale». I tre cinofili torneranno a Trento fra oggi e domani e ancora non sanno se qualcuno darà loro il cambio. «La sensazione - conclude Castaman - è che i cani abbiano finito il loro lavoro di ricerca».
Intanto è sempre al lavoro la protezione civile trentina che ha il coordinamento dei colleghi di tutte le regioni d’Italia. E si pensa già alla «fase due» quella della messa in sicurezza della zona. Come ha spiegato De Vigili, che è a capo della protezione civile provinciale, si stanno già iniziando a prefigurare gli interventi di messa in sicurezza degli edifici e soprattutto delle strade. I collegamenti nelle zone maggiormente colpite dal sisma sono stati seriamente danneggiati in vari punti e pare che sarà compito della macchina trentina organizzare i primi interventi sulle strade.
E pensando al futuro, sul terremoto interviene anche Lorenzo Dellai che parla anche come presidente del gruppo parlamentare «Democrazia Solidale-Centro Democratico» alla Camera. E lo fa ricordando il terremoto in Abruzzo e le case in legno trentine. «La recente esperienza in Abruzzo - spiega infatti il parlamentare trentino - offre due alternative: quella delle New Town e quella delle strutture in legno costruite in numerose località colpite, in modo particolare a cura della Provincia di Trento. Principi di velocità realizzativa, costo, reversibilità e aderenza alla dimensione abitativa originaria suggeriscono di scegliere decisamente la seconda esperienza. Sono sicuro che anche in questa drammatica vicenda, come in quella abruzzese del 2009, il Trentino delle istituzioni pubbliche, del volontariato e delle imprese - se richiesto - saprà essere pronto». (m.d.)