Portela, mercato solidale per cacciare il crimine
Via libera del Comune: dieci i banchi che saranno presenti tutti i giovedì Il comitato di Torre Vanga: «Ben venga. Il quartiere si sta spopolando»
TRENTO. Quando la solidarietà fa rima con sicurezza. La giunta comunale ha dato il via libera all’organizzazione di un “mercato settimanale dell’economia solidale” in piazza della Portella, da poco ripavimentata. Ma oltre ai prodotti etnici l’intento, chiaro, è di riportare nel quartiere un’atmosfera di civile convivenza e di normalità quotidiana che tenga lontana la criminalità. Una convenzione sarà stipulata tra Palazzo Thun e l’associazione Trentino Arcobaleno per l’organizzazione dell’iniziativa.
Nella delibera viene spiegato che le normative provinciali “limitano in via generale la possibilità di svolgimento di mercati tipici ad una sola volta l'anno per un massimo di 7 giorni consecutivi”. Tuttavia - si aggiunge - consente ai Comuni di prevedere deroghe “qualora i mercati tipici presentino caratteristiche e requisiti di particolare interesse pubblico, in quanto finalizzati alla promozione dell’economia solidale e della responsabilità sociale delle imprese”.
Il mercato sarà formato da un massimo di dieci banchi e si terrà il giovedì dalle 7 alle 15.
Nicola Guanti, vicepresidente dell'Associazione per la rinascita di Torre Vanga accoglie con favore la notizia: «Qualsiasi iniziativa destinata a far rivivere il quartiere è benvenuta e lodevole. Tutto quello che facciamo è mirato a portare gente nella zona per farle riprendere una vita normale. Perché ora che la situazione di spaccio e degrado è leggermente migliorata, quello che sta accadendo è che il quartiere si sta svuotando lentamente: è pieno di negozi ed esercizi commerciali sfitti e anche gli appartamenti vuoti sono decine. Gli unici che occupano gli esercizi commerciali sono stranieri: in un raggio di poche decine di metri ci sono due parrucchieri e un bar cinesi, un bar di nordafricani con kebab, un fast food etnico e un grande bazar cinese. Ben vengano anche loro ma vuol dire che da parte della popolazione trentina non c'è più interesse residenziale né commerciale».