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Portela, gli anarchici contro le ronde

Trento, gli insurrezionalisti hanno insultato i residenti. E la Questura non potendo presidiare, chiede di sospendere il giro


di Daniele Peretti


TRENTO. Martedì sera la Questura ha chiesto ai responsabili del Comitato "Presenza Civile in Portela" di non dare il via alle programmate ronde per le strade del quadrilatero del degrado.

La formula è stata quella di "una richiesta collaborativa" motivata da una serie di concomitanze che mettevano a rischio la situazione. Da una parte la presenza di un folto gruppo di pusher che stazionavano tra via Roma e via Pozzo, non conosciuti alle forze dell'ordine e quindi non prevedibili nella reazione alla presenza dei residenti che di fatto disturbano non poco il normale spaccio serale. Ma anche la presenza di un gruppo di anarchici che dopo aver tappezzato i muri del quartiere con dei volantini, martedì sera erano intenzionati a contrastare sul posto l’iniziativa.

Sui manifesti affissi un po’ ovunque, nelle vie del quartiere della Portela, si legge: «Torniamo in strada cotro le ronde, contro la città dei ricchi, contro i nuovi confini della fortezza Europa». Dall'altra parte le forze dell'ordine erano impegnate - ed infatti si sono viste ben poche volanti - in un’azione di polizia a Trento Nord che le avrebbe tenute occupate per tutta la serata.

In sostanza la Questura non era in grado di garantire l'incolumità del pur numeroso gruppo di cittadini che si era radunato in piazza Santa Maria. L'avvocato Franco Dapor presidente del Comitato Torre Vanga, decisamente diplomatico: «Probabilmente la colpa è stata anche mia, perché complice il ponte pasquale, ho comunicato come prassi solo martedì pomeriggio alla Questura la presenza serale, al posto della solita serata del mercoledì. E' stata la prima volta e quindi non ci allarmiamo, però di fatto è stata dimostrata l'esiguità dell'organico delle forze dell'ordine che in sostanza, non sono in grado di presidiare due eventi contemporanei. Capisco la preoccupazione perché è innegabile come la nostra presenza, arrechi un grave danno allo spaccio ed il cambio tra spacciatori con un gruppo nuovo e più numeroso, potrebbe essere un segnale».

Siete nel mirino anche degli anarchici? «Le solite accuse, del resto hanno bisogno di un nemico per giustificare la loro esistenza. Quando in cinque siamo tornati in piazza ci hanno accolto col "buu" tipo stadio ed hanno cercato di provocarci: ma non è questo il nostro scopo». Di ben diverso tenore i commenti arrivati nel gruppo whatsapp. «Richiesta collaborativa della Questura? Questo è il termine usato per dire: ha vinto la delinquenza, come si può impedire ad un libero cittadino di girare per il proprio quartiere? Si, disturbano gli spacciatori? E' in nostro intento o no?».

In un altro intervento si riconosce come martedì sera gli spacciatori fossero numerosi e molto nervosi, mentre i cittadini si erano di fatto ritrovati senza protezione: «Se la Questura non è in grado di proteggere dei liberi cittadini che alla sera escono a passeggiare, allora è grave ed è giusto che lo sappia la città. Adesso siamo una spina nel fianco per le istituzioni, ma potremmo creare molto imbarazzo al questore ed al sindaco, se alla prossima uscita ci facessimo accompagnare dalla sicurezza privata».

C'è anche chi riconosce come la "Presenza Civile in Portela" stia creando non pochi problemi ai delinquenti ed alle forze dell'ordine: «Diciamo che siamo tra l'incudine ed il martello». Ma c'è anche chi legge in questo intervento della Questura un messaggio diverso e si domanda: «Non è che dopo aver preso atto che siamo in grado di mobilitarci costantemente e quindi siamo diventati un problema, il messaggio che ci vuole far arrivare la Questura sia quello che ci dobbiamo rassegnare ad una percentuale di degrado come se fosse un elemento fisiologico? ».













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