Polizza vita, è bufera: ecco il dietrofront

Il gruppo Pd: «La proposta Avanzo è irricevibile». La presidente: «Chiederò di togliere la compartecipazione»



TRENTO. Si rivela un boomerang la proposta di una polizza vita per i consiglieri regionali pagata per due terzi dalla Regione.

A quindici giorni dalla lettera della presidente del consiglio Chiara Avanzo (Patt) che conteneva l’offerta ai consiglieri, si scopre che quella proposta è figlia di nessuno. Non della presidente, che se ne chiama fuori. Non di Veronika Stirner Brantsch (Svp), membro dell’Ufficio di presidenza che non ci sta a passare per quella che voleva la polizza come ha lasciato intendere Avanzo intervistata sulla stampa. I consiglieri Pd esprimono biasimo e annunciano che non aderiranno.

Tutto ciò avviene, appunto, a giorni di distanza dall’invio della lettera e alla luce delle reazioni che ha provocato. Prima che la questione diventasse pubblica nessuno aveva ritenuto di dire nulla: in molti oggi spiegano di aver cestinato la mail. Giovedì erano scesi in campo compatti i sindacati, giudicando la polizza (che copre i consiglieri in caso di morte «da qualsiasi causa cagionata») un nuovo privilegio della classe politica proprio mentre il consiglio regionale è impegnato nella durissima battaglia legale sui vitalizi.

Il no del Pd. Ieri pomeriggio un duro comunicato del gruppo Pd nei confronti della presidente del consiglio, firmato da consiglieri e assessori: «La proposta, che la presidente Avanzo ha prima avanzato e poi stigmatizzato (sulla stampa, ndr), d’istituire un’assicurazione sulla vita a beneficio dei consiglieri regionali il cui premio sarebbe in parte coperto dell’ente pubblico, ci appare irricevibile. Il consiglio regionale molto ha fatto negli ultimi anni per ridimensionare le indennità e i privilegi un tempo riconosciuti agli eletti dell’assemblea. Un percorso, prima ancora che di sobrietà ed equità, di giustizia, che il gruppo del Pd ha guidato con continuità e convinzione. Per questo esprimiamo il nostro biasimo verso l’iniziativa e pubblicamente dichiariamo la nostra ferma decisione di non aderire alla proposta pervenutaci consci, come siamo, che lo stipulare una polizza vita sta nelle facoltà di ogni ogni cittadino, che decide di destinare allo scopo risorse proprie e non dell’ente pubblico».

Avanzo: ho agito in buona fede. Arriva due ore dopo, in serata, la lunga replica della presidente. Che esordisce: «La polizza è la risposta ad una richiesta pervenuta da più consiglieri regionali». «Non è frutto di una mia iniziativa, né è stata una mia idea: in seguito ai tragici avvenimenti accaduti ad alcuni membri del consiglio nel 2009 prima (l’incidente aereo in cui perse la vita il consigliere Lenzi, ndr) prima e nel 2014 poi (la morte di Diego Moltrer, ndr), è arrivato l'impulso da parte di alcuni consiglieri. Non è stata una decisione presa in poche settimane, ma il frutto di un percorso che ha richiesto mesi e al quale non ho dato inizio io. Tuttavia la proposta è stata accolta dall’Ufficio di presidenza, che ha votato all’unanimità la possibilità di estendere la polizza già esistente, che copre in caso di infortunio, in modo da prevedere un premio anche in caso di morte. Io stessa l'ho votata, poiché in quel momento ho pensato più alle conseguenze che i tragici fatti accaduti hanno avuto sulle famiglie, che alla possibilità che la stessa, visto che effettivamente è coperta per due terzi dal consiglio, potesse essere un privilegio». «Posso aver sbagliato - si difende la presidente - ma ho agito in buona fede, spinta dalla sensibilità nei confronti di quanto successo al collega Moltrer e non certo da una scelta “di casta”». Avanzo rivendica la sua battaglia contro i privilegi, ricorda di aver rinunciato all’auto blu e all’autista «che erano considerati diritti dai miei predecessori» e annuncia che sulla polizza vita porterà avanti «la proposta di modifica del regolamento in modo da eliminare la compartecipazione dei due terzi a carico del consiglio». Da Bolzano anche Veronika Stirner batte in ritirata: «Viste le reazioni forse è meglio che ciascuno si paghi la polizza». Avanzo puntualizza che la polizza «è una facoltà e non un obbligo per i consiglieri». Ma questo non cambia il fatto che quella possibilità è stata pensata, approvata e proposta. Poi la bufera, e ora la marcia indietro.

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